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Con questo nome armonioso che suona quasi come quello di un'isola polinesiana, Panarea è sicuramente il paradiso del turismo eoliano. Lo è diventata ancor di più dopo un famoso film (dal titolo omonimo) che ne promuoveva i divertimenti estivi sfrenati. Oggi, difatti, l'isola è votata interamente all'accoglienza, al ristoro e agli eventi per intrattenere i forestieri. Eppure, storicamente, è la "nonna" per eccellenza dell'arcipelago.
Si tratta infatti del primo, grande, vulcano emerso delle Eolie. Un vulcano primordiale che poi è andato distrutto in una devastante esplosione che ha fatto collassare il suo cratere. Quel che vediamo oggi - l'isola di Panarea stessa e gli isolotti di Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera, Panarelli e Formiche - sono quel che rimane in superficie della sua enorme circonferenza. E non è detto che il vulcano sia del tutto estinto, dato che sulla costa nord di Panarea esistono fumarole ancora attive.
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Territorialmente l'isola è la più "piatta" delle Eolie, ricchissima di macchia mediterranea e di capperi, è abitata da 280 persone appena che dividono gli spazi con gabbiani, corvi e bellissimi falchi. Nel corso della storia, Panarea inizia ad esistere con l'invasione araba (nel IX secolo) e con il successivo dominio Normanno. Nel XVI secolo, a causa delle incursioni del pirata saraceno Dragut, l'isola fu abbandonata. La popolazione tornò nel XVIII secolo quando alcuni contadini di Lipari decisero di andare a colonizzare nuovamente questa terra.
Non ci sono veri monumenti su Panarea. Due deliziose chiesette, molto semplici, richiamano la tipica architettura locale che però si vede meglio nelle costruzioni private - in stile "eoliano". Sono per lo più da ammirare, qui, i siti archeologici (il villaggio preistorico di Capo Milazzese, il Castello del Salvamento - un pinnacolo di roccia usato dagli abitanti per sfuggire alle incursioni dal mare) e le bellezze naturali. Ogni scoglio di Panarea è un paradiso naturale da scoprire. Ovviamente non mancano le spiagge: Calcara, la spiaggia dove le rocce sfiatano vapori vulcanici caldi; lo splendido anfiteatro naturale di Cala Junco; Cala Zimmari, dalla suggestiva sabbia rossa.
QUALCHE CURIOSITA': il nome di Panarea è misterioso. Si usa dal VII secolo ma nessuno sa da dove derivi. Forse fa riferimento alla parola siciliana "panaro" (cestino) per via della forma dell'isola stessa?
A Panarea non esistono numeri civici. Ogni casetta, ogni edificio, si distingue per una poesia incisa sulla ceramica o dipinta sulle mattonelle o sui muretti. Camminare per quest'isola è davvero fare "due passi nella poesia delle Eolie".
With this harmonious name that sounds almost like a Polynesian word, Panarea is certainly
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the paradise of the Aeolian tourism. It became even more so after a famous film (with the same title) that promoted its wild summer fun. Today, in fact, the island is devoted entirely to hospitality, refreshments and events to entertain foreigners. Yet, historically, it is the archipelago's "grandmother" par excellence. It was in fact the first, large, emerged volcano of the Aeolian Islands. A primordial volcano then destroyed in a devastating explosion that caused its crater to collapse. What we see today - the island of Panarea itself and the islets of Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera, Panarelli and Formiche - are the remains on the sea surface of its enormous circumference. And it is not certain that the volcano is completely extinct, since on the north coast of Panarea there are still active steam vents.
As a territory, the island is the "flattest" of the Aeolian Islands, rich in Mediterranean bushy vegetation and caper plants, it is inhabited by 280 people only. They share the spaces with gulls, crows and beautiful hawks. Throughout history, Panarea begins to exist with the Arab invasion (in the 9th century) and with the subsequent Norman domination. In the 16th century, due to the raids of the Saracen pirate Dragut, the island was abandoned. The population returned in the 18th century when some peasants from Lipari decided to go and settle on this land again.
There are no real monuments on Panarea. Two delightful, very simple churches recall the typical local architecture which however is best seen in private buildings - in "Aeolian" style. The archaeological sites (the prehistoric village of Capo Milazzese, the Castle of Salvation - a pinnacle of rock used by the inhabitants to escape the sea pirates) and the natural beauties are mostly to be admired. Each rock of Panarea is a natural paradise to discover. Obviously there are beautiful beaches, too: Calcara, the beach where the rocks release hot volcanic steam; the splendid natural amphitheater of Cala Junco; Cala Zimmari, with its suggestive red sand.
CURIOUS FUNNY THINGS: Panarea's name is a mystery. No one knows where it comes from. It started to be in use in the 7th century AD. Perhaps it might come from a Sicilian word, "panaro" (basket), due to the island's shape.
In Panarea there are no house numbers. Each small house, each building, is distinguished by a poem engraved on the ceramic or painted on the tiles or on the walls. Touring around this island is really as to "have a walk in the poetry of the Aeolian Islands".
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