sabato 14 dicembre 2024

Carattere e gusto: i Nisseni - People and flavours

 

photo Sicilia Muse Culture


Caltanissetta viene sempre nominata per parlare di problemi e difficoltà ... siccità, mafia, disoccupazione, abbandono ... ed è talmente poco considerata, a livello nazionale, che i giornalisti sbagliano sempre il nome (Caltanisetta, con una sola "s"). Eppure basterebbe poco per conoscere meglio questa deliziosa città, situata nel cuore profondo della Sicilia in una posizione - un tempo - certamente vantaggiosa e oggi, purtroppo, sfavorevole.

Sicilia Muse Culture ha dedicato a Caltanissetta un articolo completo (CHE TROVATE  QUI). Oggi vogliamo invece parlare delle persone di Caltanissetta, delle loro caratteristiche e... dei loro gusti.

Discendenti di guerrieri arabi (il nome della città deriva da Qalat Anissa, il castello delle donne) e di artisti bizantini provenienti dalla città di Nissa, da cui il nome attuale degli abitanti (nisseni), le persone che abitano e respirano l'aria di Caltanissetta tendono ad essere allo stesso tempo riservate e determinate. Nel silenzio lavorano e creano meraviglie. Non è un caso se da qui sono partiti numerosi artisti - Giuseppe Fratelloni, pittore; Michele Tripisciano, scultore; Mauro Tumminelli, letterato e Piermaria Rosso di Sansecondo, commediografo - ma anche un noto chirurgo del XX secolo, il dott. Ernesto Tricomi, e il magistrato Giuseppe Ayala. Chi abita in un territorio aspro, difficile, isolato deve scatenare la fantasia ed è per questo che l'arte e l'ingegno trovano terreno fertile nelle menti dei nisseni.  La gente di Caltanissetta è anche molto alla mano, accogliente, schietta... come è tipico di chi è abituato ad aiutarsi quando il resto del mondo si dimentica di te e della tua comunità.

La semplice determinazione delle persone di questo territorio si esprime anche nei gusti. La cucina nissena è fatta di elementi genuini, semplici, umili ma arrangiati in modo incredibile per produrre bontà assolute:

  • il Timballo alla Nissena è un timballo di riso a base di carne di maiale, mortadella, uova e melanzane;
  • il Pollo Nisseno, si prepara al forno con caciocavallo, pangrattato e limone;
  • il Pesto di Caltanissetta si realizza con un mix di pomodori secchi, finocchietto selvatico, mandorle, pinoli e acciughe;
  • il dolce da provare è la Crucetta (foto in basso), una antichissima ricetta riscoperta solo da poco e i cui segreti sono custoditi dalle donne del quartiere Santa Croce: si sa soltanto che è a base di mandorle, zucchero e una purea dolce al limone con aggiunta di altri agrumi (in forma di canditi? al naturale? cotti?... nessuno lo sa).

Vale la pena andare a scoprire Caltanissetta e la sua gente.... no?

photo by Oppidum Nissenae-Wikipedia


Caltanissetta is always mentioned to talk about problems and difficulties ... such as drought, mafia, unemployment, decay .... and it is so little considered, at a national level, that journalists always get the name wrong (Caltanisetta, with only one "s"). Yet it would be worth knowing this delightful city better. Located in the deep heart of Sicily in a position - once - certainly advantageous and today, unfortunately, unfavorable, Caltanissetta might charm you.

Sicilia Muse Culture had dedicated a complete article to this city ( YOU CAN FIND IT HERE). Today we want to talk about the people of Caltanissetta, their characteristics and ... the taste of the delicious things they eat and prepare.

Descendants of Arab warriors (the name of the city derives from Qalat Anissa, the castle of women) and Byzantine artists of the city of Nissa, from which the current name of the inhabitants (nisseni) derives, the people who live and breathe the air of Caltanissetta tend to be at the same time shy and determined. In silence, they work and create wonders. It is no coincidence that many artists were born here - Giuseppe Fratelloni, painter; Michele Tripisciano, sculptor; Mauro Tumminelli, writer and Piermaria Rosso di Sansecondo, playwright - but also a well-known surgeon of the 20th century, Dr. Ernesto Tricomi, and the magistrate Giuseppe Ayala are nisseni. Those who live in a harsh, difficult, isolated territory must unleash their imagination and that is why art and genius find fertile ground in the minds of the Nisseni people. The inhabitants of Caltanissetta are also very easy-going, welcoming, frank... as is typical of those who are used to helping each other when the rest of the world forgets about you and your community.

The simple determination of the people of this territory is also expressed in their tastes. The cuisine of Caltanissetta is made of genuine, simple, humble elements but arranged in an incredible way to produce absolute goodness: Timballo alla Nissena is a rice timbale made with pork, mortadella, eggs and aubergines;  Pollo Nisseno is baked chicken with caciocavallo cheese, breadcrumbs and lemon; Pesto di Caltanissetta is made with a mix of dried tomatoes, wild fennel, almonds, pine nuts and anchovies; the dessert to try is Crucetta (photo above), an ancient recipe rediscovered only recently and whose secrets are kept by the women of the Santa Croce neighbourhood: we only know that it is based on almonds, sugar and a sweet lemon puree with the addition of other citrus fruits (in the form of candied fruit? natural? cooked?... nobody knows).

It is worth going to discover Caltanissetta and its people.... isn't it?


martedì 10 dicembre 2024

ARAGONA

 

PHOTO Carmelo Cavaleri


Il 6 gennaio 1606 il conte Baldassarre Naselli III fondava, nel cuore della Sicilia, il feudo di Dièsi costruendovi un palazzo signorile e un borgo intorno, che presto prese il nome della madre spagnola del suo signore, Aragona.

Retto dalla famiglia Naselli per ben due secoli, il borgo si sviluppò in una cittadina che oggi conta circa 9000 abitanti e fa parte del territorio di Agrigento. L'economia del feudo si basò quasi sempre sui prodotti agricoli ma nel Novecento - grazie allo sfruttamento delle miniere di zolfo - il lavoro degli abitanti dipendeva quasi esclusivamente da questo. Anche la famiglia dello scrittore Luigi Pirandello possedeva delle miniere nella zona di Aragona.

Il decadimento iniziò a metà XX secolo, quando i metodi estrattivi cambiarono e molte miniere chiusero i battenti. La povertà e l'abbandono dei campi causò l'emigrazione di buona parte della popolazione locale. Un accenno di ripresa si è avuto alla fine degli anni Novanta, quando anche Aragona, come molti centri dell'agrigentino, ha deciso di puntare sul turismo. Lo ha fatto grazie alle vecchie miniere (che suscitano l'interesse degli appassionati di architetture industriali) e grazie alle MACCALUBE.

Le Maccalube (o Macalube), cioè i vulcani di fango, ad Aragona ci sono sempre stati. Ma soltanto a fine XX secolo sono divenuti una attrazione turistica. La Riserva Naturale creata all'occorrenza, e gestita da Legambiente, monitora questi particolari fenomeni vulcanici che -sebbene abbordabili- sono comunque pericolosi. Nel 2014 una improvvisa esplosione uccise due bambini in visita con la famiglia sul posto. Da allora, a causa di lungaggini processuali, il sito è rimasto chiuso. Nel 2024 è stata stabilita la "non responsabilità" di Legambiente nella disgrazia e oggi si parla di prossima riapertura possibile. Il termine Maccalube deriva dall'arabo "Maqlub" che significa "rivoltamento" e indica proprio il rivoltamento della terra che espelle all'esterno ciò che di solito sta nel sottosuolo. Per saperne di più sulla Riserva Naturale delle Maccalube IL SITO DA VISITARE E' QUESTO.

COME ARRIVARE E COSA VEDERE IN CITTA'

Aragona e le Maccalube si raggiungono da Catania e da Palermo tramite l'autostrada A19, con uscita Agrigento per immettersi nella Statale SS 189. Il centro dista circa 2 ore da entrambi gli aeroporti principali (Fontanarossa di Catania e Falcone&Borsellino di Palermo). Oltre ai famosi vulcanetti, vale la visita anche al centro storico della cittadina dove potrete ammirare: l’antico Palazzo Baronale - Palazzo Naselli,  la Chiesa del Rosario con all’interno un soffitto ligneo del ‘700 e un tesoro di ex voto custodito in sacrestia. Tra le reliquie custodite qui, anche una preziosa reliquia contenente un lembo della Sacra Sindone. Visitate anche la Chiesa Madre dal nome particolare. Infatti è forse una delle poche chiese in Europa dedicata ai Santi Tre Re (i Magi che visitarono Gesù).


photo by Typicalsicily


On January 6th, 1606, Count Baldassarre Naselli III founded the fiefdom of Dièsi in the very heart of Sicily, building a stately mansion and a surrounding village, which soon took the name of its lord's Spanish mother, Aragona.

Ruled by the Naselli family for two centuries, the village developed into a town that today has about 9,000 inhabitants and is part of the territory of Agrigento. The economy of the fiefdom was almost always based on agricultural products, but in the 20th century - thanks to the exploitation of sulfur mines - the work of the inhabitants depended almost exclusively on this. The family of the Nobel writer Luigi Pirandello also owned mines in the Aragona area.

The decline began in the mid-twentieth century, when the extraction methods changed and many mines closed their doors. Poverty and the abandonment of the fields caused the emigration of a large part of the local population. There was a hint of recovery at the end of the 1990s, when Aragona, like many other towns in the Agrigento area, decided to focus on tourism. It did so thanks to the old mines (which arouse the interest of fans of industrial architecture) and thanks to the MACCALUBE site.

Maccalube (or Macalube), that is, the mud volcanoes, have always existed in Aragona. But only at the end of the 20th century did they become a tourist attraction. The Natural Reserve created for the purpose, and managed by Legambiente Association, monitors these particular volcanic phenomena which - although easily approachable - are still dangerous. In 2014, a sudden explosion killed two children who were visiting with their family on the site. Since then, due to lengthy legal proceedings, the site has remained closed. In 2024, Legambiente was declared "not responsible" for the tragedy and today there is chance of reopening soon. The word Maccalube derives from the Arabic "Maqlub" which means "turning" and indicates the turning of the earth that expels outside what is usually underground. To learn more about the Maccalube Nature Reserve GO VISIT THIS WEB SITE.

HOW TO GET THERE AND WHAT TO SEE IN TOWN

Aragona and the Maccalube can be reached from Catania and Palermo via the A19 motorway,  Agrigento exit, to then join the SS 189 state road. The town is about 2 hours away from both main airports (Fontanarossa in Catania and Falcone&Borsellino in Palermo). In addition to the famous volcanoes, it is also worth visiting the historic centre of the town where you can admire: the ancient Palazzo Baroniale - Palace Naselli, the Church of the Rosary with an 18th century wooden ceiling inside and a treasure of votive offerings kept in the sacristy. Among the relics kept here, there is also a precious relic containing a piece of the Holy Shroud. Also visit the Main Church with its unusual name. In fact, it is perhaps one of the few churches in Europe dedicated to the Holy Three Kings  who visited Jesus at birth.

giovedì 28 novembre 2024

Strani Nomi Siciliani (niente è come sembra) - Weird Sicilian Names

 

Giardini Naxos


Cari turisti, in Sicilia niente è mai come sembra. O come suona. State ben attenti quindi, quando venite dalle nostre parti, a cosa cercate e dove lo cercate.

Se chiedete a qualcuno dove si trova quel bellissimo parco chiamato "i Giardini di Naxos"... la gente vi riderà in faccia; se vi informate per visitare "il Palazzo Adriano" nessuno saprà cosa indicarvi; e se pensate di arrivare a Valverde e di ammirare una splendida "vallata" ... vi sbagliate di grosso! La nostra isola è costellata di località dai nomi veramente strani e proprio per questo interessanti e divertenti. Nomi di città e di paesi che sono una vera "trappola" per turisti poco informati. Qualche esempio? Eccolo!

GIARDINI NAXOS (Messina), non è un parco fiorito, ma un comune. Il nome "giardini" deriva dal ricordo delle distese di agrumeti che un tempo circondavano il villaggio (oggi una cittadina turistica famosa, gemella della vicina Taormina), unito all'antico nome greco di Naxos. Non troverere nessun parco qui, se non quello archeologico e bellissimo dell'antico insediamento, lungo la via che conduce al molo.

PIAZZA ARMERINA, non è un indirizzo civico, ma una cittadina di 20.000 abitanti in provincia di Enna. Il suo antico nome normanno (Placia) indicava forse una "Piazza d'Armi" o ancor meglio una "Piazza di Mercato" dato che in passato questo centro era ricchissimo, soprattutto per i commerci. Il nome "Armerina" deriva dal colle Armerino su cui sorge, a dominare con splendidi monumenti (la grande Cattedrale è uno spettacolo!) le vallate sottostanti.

PALAZZO ADRIANO (Palermo) in origine era davvero un palazzo, anzi un castello. Il conte Ruggero, al tempo dei Normanni, recuperò un antico castrum romano chiamato Casale Arianum e vi costruì una mensa arcivescovile per il Vescovo Gerlando di Agrigento. Caduto in abbandono nei secoli successivi, venne recuperato nel XV secolo dai profughi albanesi in fuga dalle guerre del proprio paese. Oggi, Palazzo Adriano è una cittadina arbeereshe popolata da persone che parlano la lingua albanese e coltivano le tradizioni di questa cultura. Le magnifiche chiese (Matrice, Santa Maria del Lume, San Nicola) sono state scenografia di molti film ambientati in queste strade.

TRECASTAGNI non sono tre alberi di castagno ma ... un paesino della provincia di Catania, sul fianco sud-orientale dell'Etna. Con 11.000 abitanti e una lunga tradizione agricola e turistica, sfoggia le sue bellissime chiese di pietra lavica affacciata sul panorama della costa ionica. Il nome deriva dai "tre casti agnelli" (Sant'Alfio, San Cirino, San Filadelfo) giovani martiri della prima era cristiana e patroni del posto, ai quali è dedicato il santuario della piazza principale. Non lontano da Trecastagni sorge anche "Tremestieri" dove non troverete certo tre umili lavoratori ma il ricordo di tre "monasteri", oggi scomparsi, alle porte di Catania.

VALVERDE è un piccolo centro della provincia di Catania situato sul fianco est dell'Etna. Comune autonomo dal 1952, si trova in collina e di vallate, qui, non ne vedrete nemmeno l'ombra! Allora perchè questo nome? Molto probabilmente fu una "storpiatura" italiana del termine siciliano "Bedduviddi" (bel verde) o "Bedduvidiri" (belvedere) data la sua posizione panoramica che domina da un lato la vista dell'Etna e dall'altro la costa di Aci Trezza!


Palazzo Adriano
Dear tourists, in Sicily nothing is ever as it seems. Or as it sounds. So, be very careful what you are looking for and where you are looking for it.

If you ask someone where that beautiful park called the gardens of Naxos (Giardini Naxos) is... people will laugh in your face; if you ask to visit the palace of Adriano (Palazzo Adriano) no one will know what to tell you; and if you think you will arrive in Valverde and admire a splendid "green valley" ... you are very wrong! Our island is dotted with places with truly strange names and precisely for this reason interesting and fun. Names of cities and towns can be are a real "trap" for uninformed tourists, here. Some examples? Here they are!

GIARDINI NAXOS (Messina), is not "the gardens of Naxos", but a municipality. The name "giardini" comes from the memory of the expanses of citrus groves that once surrounded the village (today a famous tourist town, twin of nearby Taormina), combined with the ancient Greek name of Naxos. You will not find any park here, except the archaeological and beautiful one of the ancient settlement, along the road that leads to the pier.

PIAZZA ARMERINA, is not a "square", but a town of 20,000 inhabitants in the district of Enna. Its ancient Norman name (Placia) perhaps indicated a "Castle Square" or even better a "Market Place" given that in the past this town was very rich, especially as for trade. The name "Armerina" derives from the Armerino hill on which it stands, dominating with splendid monuments (the large Cathedral is a spectacle!) the valleys below.

PALAZZO ADRIANO (Palermo) was originally a real palace, or rather a castle. Count Ruggero, at the time of the Normans, recovered an ancient Roman castrum called Casale Arianum and built an archiepiscopal seat for Bishop Gerlando of Agrigento. Abandoned in the following centuries, it was recovered in the 15th century by Albanian refugees fleeing the wars of their country. Today, Palazzo Adriano is an Arbeereshe town populated by people who speak the Albanian language and cultivate the traditions of this culture. The magnificent churches (Matrice, Santa Maria del Lume, San Nicola) have offered the location for many films set in these streets.

TRECASTAGNI are not three chestnut trees but ... a small town in the district of Catania, on the south-eastern side of Mt Etna. With 11,000 inhabitants and a long agricultural and tourist tradition, it shows off its beautiful lava stone churches overlooking the panorama of the Ionian coast. The name derives from the "tre casti agni" - three chaste lambs (young martyrs of the early Christian era, St Alphio, Cirino and Philadelpho) and patrons of the place, to whom the sanctuary in the main square is dedicated. Not far from Trecastagni there is also "Tremestieri" (three jobs) where you will certainly not find three humble workers but the memory of three "monasteries", now disappeared, at the gates of Catania.

VALVERDE is a small town in the district of Catania located on the eastern side of Etna. An independent municipality since 1952, it is located on a hill and you will not see even the shadow of valleys here! So why this name? Most likely it was an Italian "corruption" of the Sicilian term "Bedduviddi" (beautiful green) or "Bedduvidiri" (belvedere) given its panoramic position that dominates the view of Etna on one side and the coast of Aci Trezza on the other!

domenica 13 ottobre 2024

Il Parco dei Nebrodi - Park of the Nebrodi

 

all photos by SICILIA MC


Istituire il Parco Regionale dei Monti Nebrodi, in Sicilia, non è stato solo un atto amministrativo ed un gesto ecologico: è stata una vera sfida alla mafia. 

I suoi 86.000 ettari di bosco e montagne e pascoli, infatti, dichiarati zona protetta nel 1993 - in un periodo in cui la ferocia dei clan aveva raggiunto livelli spaventosi ovunque in Italia - tolsero terreni preziosi a molti "boss di campagna" che su pascoli, macellazione clandestina e coltivazioni illecite, tra quelle montagne, facevano soldi a palate. Non è stato facile e non è stato una cosa da poco, creare questo paradiso incredibile ... una vera e propria "regione" dentro la regione Sicilia, dove sembra di stare in Scandinavia e non più al centro del Mediterraneo.

Il Parco dei Nebrodi è la più estesa area naturale protetta di Sicilia, tende a preservare la purezza e la bellezza della catena montuosa omonima la quale, insieme alle Madonie e ai Peloritani, forma la "spina dorsale" dell'isola. Entro i suoi confini sono racchiusi: Monte Soro - la terza cima più alta di Sicilia (dopo l'Etna e Monte Pizzo Carbonara), gli splendidi boschi di San Teodoro, i laghi del Biviere di Cesarò, rocche dolomitiche come Monte San Fratello e Rocche del Crasto, le spettacolari Cascate del Catafurco e ben 24 centri abitati (19 nella provincia di Messina, 3 nel territorio di Catania e 2 in quello di Enna). Le cittadine più importanti e punti di riferimento del Parco sono: Cesarò, San Teodoro, Floresta, Randazzo, Bronte e Troìna. I centri turisticamente più famosi, oltre a quelli già citati, sono San Fratello, Santo Stefano di Camastra, Maniace, San Marco D'Alunzio, Sant'Agata Militello e Mistretta. Ma un po' tutti i villaggi e i paesini del parco hanno un'importanza turistica perchè offrono paesaggi unici e stili di vita lenti, rilassanti e felici, ottimi prodotti eno-gastronomici .

Il Parco dei Nebrodi si caratterizza per le foreste di querce, erica, lentisco, lecci e ginestre. La fauna racchiude il famoso "maialino nero selvatico", cinghiali, volpi, istrici, rapaci e anche molti cavalli allo stato brado. Si sono estinte già a metà del XIX secolo, purtroppo, le popolazioni di daini, caprioli, lupi e gufi reali!


Per arrivare al Parco

Dal versante nord, percorrendo la autostrada Messina-Palermo A20, con uscita Capo d'Orlando per proseguire su SS 116, sulla SS 289 oppure sulla SS 117, oltre alle tante strade provinciali. Da Catania, tramite l'autostrada A19 per Palermo, uscendo a Catenanuova per poi proseguire verso Troìna e Cesarò.


Contattare il Parco

Sito ufficiale  https://www.parcodeinebrodi.it/ 

Tel-0921/333015  

Email: info@parcodeinebrodi.it - Posta certificata: info@pec.parcodeinebrodi.it 



Establishing the Regional Park of the Nebrodi Mountains in Sicily was not just an administrative and ecological act: it was a real challenge to the mafia.

Its 86,000 hectares of forest and mountains and pastures declared a protected area in 1993 - that is, in a period when the ferocity of the mafia clans had reached frightening levels everywhere in Italy - took away precious lands from many "country bosses" who made tons of money on illegal pastures, clandestine slaughter and illicit cultivations, among those mountains. It was not easy and it was not a small thing to do, creating this incredible paradise ... a real "region" within the region of Sicily, where it seems to be in Sweden and no longer in the center of the Mediterranean!

The Park of the Nebrodi is today the largest protected natural area in Sicily. It aims to preserve the purity and beauty of the mountain range of the same name which, together with the Madonie and Peloritani mountains, forms the "backbone" of the island. Within its borders you will find: Mount Soro - the third highest peak in Sicily (after Etna and Mount Pizzo Carbonara), the splendid woods of San Teodoro, the two lakes Biviere di Cesarò, Dolomite-like rocks such as Monte San Fratello and Rocche del Crasto, the spectacular Catafurco waterfalls and 24 urban centers (19 in the district of Messina, 3 in the district of Catania and 2 in Enna's). The most important towns and points of reference of the Park are: Cesarò, San Teodoro, Floresta, Randazzo, Bronte and Troìna. The most famous tourist places, in addition to those already mentioned, are San Fratello, Santo Stefano di Camastra, Maniace, San Marco D'Alunzio, Sant'Agata Militello and Mistretta. But all the villages and hamlets of the park have a tourist importance because they offer unique landscapes and slow, relaxing and happy lifestyles, plus excellent genuine food and wine.

The Park of the Nebrodi is characterized by forests of oaks, heather, mastic, holm oaks and brooms. The fauna includes the famous "wild black pig", wild boars, foxes, porcupines, birds of prey and also many wild horses. Unfortunately, the populations of fallow deer, roe deer, wolves and eagle-owls became extinct already in the mid-19th century!


How to get to the Park

From the north side of Sicily, take the Messina-Palermo A20 motorway, exit at Capo d'Orlando and continue on SS 116, SS 289 or SS 117, as well as the many provincial roads. From Catania, take the A19 motorway to Palermo, exit at Catenanuova and then continue towards Troìna and Cesarò.


Contact the Park

Official website https://www.parcodeinebrodi.it/ ,

Tel-0921/333015

Email: info@parcodeinebrodi.it - ​​Certified mail: info@pec.parcodeinebrodi.it


venerdì 4 ottobre 2024

Cosa fare e non fare a CATANIA - Do and do nots

 


Sicuramente Catania è una delle città più conosciute e famose di Sicilia. Non tanto - non solo - per i tanti collegamenti che consentono ai turisti di tutto il mondo di arrivare e muoversi facilmente (l'Aeroporto Fontanarossa, la stazione centrale, i tanti bus regionali) ma anche e soprattutto per essere la base di partenza verso gli itinerari dell'Etna. 

Se siete a Catania ammirerete il suo elegante centro storico barocco, con il nero della lava che si intreccia in riccioli e mascheroni alla bianca pietra calcarea di Siracusa e la statua dell'elefante che domina davanti al duomo. Andrete a spasso tra chiese monumentali, splendidi giardini, un mercato del pesce ricco di colori, un moderno lungomare e tanti siti archeologici. Eppure per affrontare al meglio Catania (che non a caso contende a Palermo il ruolo di città più bella di Sicilia) dovete sapere cosa è meglio fare e cosa non fare mai, per integrarsi al meglio nell'atmosfera della "città dell'elefante". Segui i nostri consigli.

COSA DOVRESTI FARE A CATANIA

Senza dubbio alcuno, dovresti visitare la bellissima Cattedrale dedicata a Sant'Agata;

Passeggiare nello scenario antico di Via dei Crociferi;

Ammirare le rovine a cielo aperto di Piazza Stesicoro;

Comprare il pesce fresco alla Piscarìa;

Attraversare il vivace mercato della Fera O Luni;

Assaggiare una vera "pasta alla Norma";

Dare l'impressione al catanese che sia lui il centro del mondo;

Assistere almeno una volta nella vita alla tre-giorni della grande Festa di Sant'Agata.

COSA NON DEVI FARE MAI A CATANIA

Criticare Catania;

Criticare la squadra di calcio del Catania;

Ordinare un'arancina (qui si dice "arancino" o altrimenti non si dice affatto!);

Paragonare le bellezze di Catania a quelle di Palermo;

Perderti nei vicoli del quartiere San Berillo di notte;

Spostarti da/verso la stazione centrale a piedi, di sera, su un percorso lunghissimo e purtroppo popolato spesso da senzatetto e sbandati;

Ridere della statua dell'elefante (che qui è quasi sacra!);

Fotografare a tradimento i mercanti della fiera o della pescheria (potrebbero diventare anche aggressivi, se lo fai).


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Catania is certainly one of the best-known and most loved cities in Sicily. Not only for the many connections that allow tourists from all over the world to arrive and move around easily (Fontanarossa Airport, the central station, the many regional buses) but also and above all for being the starting point for the itineraries to Mount Etna.

If you are in Catania you will admire its elegant baroque historic center, with the black lava that intertwines in curls and masks with the white limestone of Syracuse, and the statue of the elephant that dominates the cathedral square. You will go for a walk among monumental churches, splendid gardens, a fish market full of colors, a modern seafront and many archaeological sites. Yet to best face Catania (which not by chance competes with Palermo for the role of the most beautiful city in Sicily) you must know what is good to do and what you must never do, to best integrate into the atmosphere of the "city of the elephant". Follow our advice.


WHAT YOU SHOULD DO IN CATANIA

Without a doubt, you should visit the beautiful Cathedral dedicated to Saint Agatha;

Walk in the ancient scenery of Crociferi Street;

Admire the open-air ruins of Stesicoro Square;

Buy fresh fish at Piscarìa market;

Walk through the lively market of Fera O Luni;

Taste a real "pasta alla Norma";

Give the impression to the people of Catania that they are the center of the world;

Attend at least once in your life the three-day great Feast of Saint Agatha.


WHAT YOU SHOULD NEVER DO IN CATANIA

Criticize Catania;

Criticize Catania football team;

Order an arancina (here they say "arancino" or otherwise they don't say it at all!);

Compare the beauties of Catania to those of Palermo;

Get lost in the alleys of the San Berillo neighborhood at night;

Walk to/from the central station, in the evening, on a very long route that is unfortunately often populated by homeless people and vagrants;

Laugh at the elephant statue (which is sacred, here!);

Take unexpected photos of the merchants at the fairs/markets (they might even become aggressive if you do so).

lunedì 26 agosto 2024

Vulcani "non vulcani" di Sicilia - Sicilian volcanoes-non-volcanoes

 

photo Sicilia MC 2024



TESTO SCRITTO ANCHE  PER IL BLOG GO ETNA

L’Etna è un vulcano. Lo sappiamo tutti, lo si vede chiaramente e di certo non ci permette di dimenticarlo con le sue eruzioni periodiche e spettacolari. La forma conica, i crateri sommitali, il fumo costantemente visibile … queste caratteristiche sono comuni a molte altre montagne simili. Riconosciamo facilmente un vulcano: lo Stromboli lo è, anche il Vesuvio – seppure silente – lo lascia capire benissimo. Ma ci sono alcuni luoghi che lasciano aleggiare il dubbio: ma questo, è un vulcano oppure no? E se lo è, è un vulcano “vero”? In Sicilia di questi luoghi misteriosi ne abbiamo almeno quattro: le Salinelle, le Maccalube, il Monte Kronio e l’isola di Lipari.

SALINELLE E MACCALUBE

Situati un po’ su tutto il territorio dell’isola, secondo una sorta di diagonale che parte da sud ovest e termina a est, questi mini vulcani che eruttano fango e acqua sono delle vere  proprie attrazioni turistiche. Le Salinelle si trovano a Paternò, in provincia di Catania, le Maccalube invece tra Agrigento e Caltanissetta. Sono la stessa cosa? Ma soprattutto … sono vulcani?

Le Salinelle di Paternò sono un vero mistero perché racchiudono in sé tutte le caratteristiche dei fenomeni post-vulcanici e vulcanico-secondari. Si tratta quasi certamente di ciò che resta di un vulcano antico e sono alimentate da cunei tettonici che formano il fronte più avanzato della Falda di Gela. Quando sono “in quiete” emettono acque sulfuree e gas, quando eruttano emettono getti di fango misto ad altri minerali.

Le Maccalube, che si trovano tra i territori di Agrigento e Caltanissetta (le più famose sono quelle di Aragona), sono un fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi che vengono invasi nel sottosuolo da acqua salmastra spinta dal gas metano.  Si chiama “vulcanesimo sedimentario”, ovvero caratteristiche simili a quelle dei vulcani veri ma alimentate dai gas e non dal fuoco. Quindi definire le Maccalube dei “vulcani” non è corretto.

MONTE KRONIO

Sempre in provincia di Agrigento, nel territorio di Sciacca, sorge una collina rocciosa chiamata Monte San Calogero-Monte Kronio. In cima alla collina è stato costruito un santuario da sempre famoso per le sue “fonti curative” che si collegano alle terme di Sciacca. In cima al monte Kronio, in particolare, esistono degli sfiati di vapori caldi che da sempre la gente utilizza per curare malanni respiratori. Un tempo di libero accesso, oggi invece sono regolati da un ingresso a pagamento. Gli studi intorno al monte Kronio non hanno rilevato mai presenze di lave o lapilli. Quindi si può dire che questo non sia un vero vulcano ma il risultato del movimento di faglie tettoniche che ha generato l’emersione di rocce e sfiati.

ISOLA DI LIPARI

L’isola di Lipari non è un vulcano … pensano tutti. Perché nessuno l’ha mai vista eruttare, né si è mai assistito a fenomeni come sfiati, esplosioni e fumarole. D’altronde, l’intera isola è popolata, coltivata e non ci sono tracce visibili di alcuna attività. Eppure l’ultima eruzione certificata a Lipari risale al 1230, quindi ad “appena” 794 anni fa… che in termini geologici è davvero molto poco! Ciò significa che questo vulcano non può considerarsi “spento”… ma dormiente.

In particolare, il sorvegliato speciale è Monte Pilato. Questo cono, tra quelli presenti a Lipari, è il cratere che ha eruttato più spesso in tempi “recenti”. Si parla delle eruzioni dell’anno 780, dell’anno 1230 e anche di una serie di esplosioni verificatesi nel XVI secolo. Il problema è che queste eruzioni si distanziano tra loro di secoli, per cui la gente del posto “ne perde memoria”. E infatti, oggi, Monte Pilato è abitato e coperto da campi coltivati. I turisti che arrivano lo ammirano da ogni lato, inconsapevoli di ammirare in realtà un vero e proprio vulcano che un giorno … non si sa quando… tornerà ad eruttare!

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Mount Etna is a volcano. We all know it, we can see it clearly and it certainly does not allow us to forget it with its periodic and spectacular eruptions. The conical shape, the summit craters, the constantly visible smoke ... these characteristics are common to many other similar mountains. We easily recognize a volcano: Stromboli is a volcano, so is the Vesuvius - although silent – they let us understand it very well. But there are some places that leave the doubt hovering: is this a volcano or not? And if so, is it a "real" volcano? In Sicily we have at least four of these mysterious places: the Salinelle, the Maccalube, Mount Kronio and the island of Lipari.

SALINELLE AND MACCALUBE

Crossing throughout the territory of the island, according to a sort of diagonal that starts from the southwest and ends in the east, these mini volcanoes that erupt mud and water are real tourist attractions. The Salinelle are located in Paternò, in the district of Catania, the Maccalube instead between Agrigento and Caltanissetta. Are they the same thing? But above all ... are they volcanoes?

The Salinelle of Paternò are a real mystery because they contain all the characteristics of post-volcanic and secondary volcanic phenomena. They are almost certainly what remains of an ancient volcano and are fed by tectonic wedges that form the most advanced front of the Gela Fault. When they are "quiet" they emit sulphurous waters and gas, when they erupt they emit jets of mud mixed with other minerals.

The Maccalube, which are located between the territories of Agrigento and Caltanissetta (the most famous are in Aragona), are a phenomenon linked to the presence of clay soils that are invaded underground by brackish water pushed by methane gas. It is called "sedimentary volcanism", that is characteristics similar to those of real volcanoes but fed by gas, not by fire. So calling the Maccalube “volcanoes” is not correct.

MT KRONIO

Also in the district of Agrigento, in the territory of Sciacca, there is a rocky hill called Monte San Calogero-Monte Kronio. At the top of the hill a sanctuary has been built that has always been famous for its “healing springs” that connect to the Sciacca spa. At the top of Mount Kronio, in particular, there are vents of hot steam that people have always used to treat respiratory diseases. Once freely accessible, today they are regulated by an entrance fee. Studies around Mount Kronio have never detected the presence of lava or lapilli. So we can say that this is not a real volcano but the result of the movement of tectonic faults that generated the emergence of rocks and gas vents.

LIPARI

The island of Lipari is not a volcano … everyone thinks. Because no one has ever seen it erupt, nor have phenomena such as vents, explosions and fumaroles ever been witnessed. After all, the entire island is populated, cultivated and there are no visible traces of any activity. Yet the last certified eruption in Lipari dates back to 1230, so “just” 794 years ago… which in geological terms is really a short time ago! This means that this volcano cannot be considered “extinguished”… but dormant. In particular, the one under special surveillance is Mount Pilato hill. This cone, among those present in Lipari, is the crater that has erupted most often in “recent” times. We refer to the eruptions in the year 780, year 1230 and also a series of explosions that occurred in the 16th century. The problem is that these eruptions are spaced out by centuries, so the locals “lose memory of them”. In fact, today, Lipari’s Mount Pilato is inhabited and covered with cultivated fields. The tourists who arrive on holiday here, they admire it from every side, unaware that they are actually looking at a real volcano. And this volcano one day... no one knows when... will erupt again!

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venerdì 21 giugno 2024

Siccità in Sicilia: CONSIGLI UTILI - Useful tips against DROUGHT

 



La Sicilia sta combattendo, quest'anno, la sua battaglia più terribile: quella contro la siccità. Dopo un inverno con poca (o niente) pioggia, le riserve d'acqua all'inizio della caldissima estate sono già in sofferenza. Soffrono le campagne, più di ogni altra cosa, ma soffrono anche i giardini e con essi le persone che si ritrovano con il rischio di avere i rubinetti secchi proprio quando fuori scoppiano i 40°C. E' in queste circostanze che dobbiamo imparare dai popoli che con la siccità convivono da sempre, come gli africani, o con chi ci è già passato prima di noi, ad esempio la California e il Messico.

Si può sopravvivere alla siccità? Con qualche buon consiglio, sì. Ecco cosa dovreste/dovremmo fare, in Sicilia.

1) EVITARE LA DOCCIA OGNI GIORNO. Questa moda tutta americana non è affatto sinonimo di pulizia ma di spreco! Per essere puliti, anche in estate, basta lavarsi la faccia, le ascelle, le parti intime con poche spugnature e usando pochissima acqua. La doccia si può benissimo fare una volta a settimana - anche due, dato che in estate si suda di più. Vietato invece riempire la vasca per il bagno, o riempire la piscina fino all'orlo.

2) RIUTILIZZARE L'ACQUA. Per esempio, dopo aver lavato le verdure o l'insalata, si può mettere quell'acqua di scarto in un bidone e usarla per innaffiare le piante del giardino. Oppure, usate per innaffiare l'acqua della bollitura delle verdure (ma senza sale), una volta che si sarà raffreddata. L'acqua di cottura della pasta, invece, si può riciclare per sgrassare i piatti e le stoviglie prima di metterli nella lavastoviglie.

3) ELETTRODOMESTICI A PIENO CARICO. A proposito di lavastoviglie e lavatrice... fate un'unica lavata, e soltanto quando sono a pieno carico. In modo da risparmiare acqua concentrandola tutta in un unico momento.

4) LO SCIACQUONE. In caso di estati siccitose, è buona abitudine tirare l'acqua del wc poche volte. Quindi non usate lo sciacquone ogni volta che fate la pipì ... magari usatelo soltanto dopo la terza o quarta! Sì, è un po' fastidioso e certamente non gradevole... ma tenendo chiusa la porta del bagno si evitano odori e si risparmia tanta buona acqua.

5) RIUTILIZZARE L'ACQUA IN GIARDINO. Se avete un giardino da innaffiare con grandi quantità d'acqua ogni giorno, fate in modo di raccogliere l'acqua che cola via in eccesso lungo le aiuole o i sentieri. L'acqua recuperata potrà essere usata l'indomani per lo stesso scopo.

6) RACCOGLIERE L'UMIDITA'. Alcuni paesi africani ci insegnano che quando manca l'acqua la si può raccogliere ... dall'aria! In caso di giornate molto umide, basterà stendere delle reti sottili e fitte (ad esempio certi tipi di sacchi per la spesa, certi tipi di recinzione di tela...) collegandole a paletti di legno o di metallo. La rete "intrappola" la condenza della notte o del mattino presto e la fa gocciolare lungo i pali... sotto i quali avrete messo dei contenitori per accumulare le gocce e ottenere così un piccolo quantitativo d'acqua. Stendendo queste reti sopra le piante del giardino potrete abbeverare le piante senza sprecare l'acqua dei tubi!

7) ATTENTI AI RUBINETTI. Evitare qualsiasi gocciolamento, qualsiasi perdita, qualsiasi dimenticanza... in tempi di siccità ogni goccia sprecata è acqua in meno da bere domani! Quando vi lavate i denti, o quando fate una doccia, mentre strofinate lo spazzolino o il sapone tenete il rubinetto chiuso, aprendolo solo per sciacquare.


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Sicily is fighting its most terrible battle this year: the one against drought. After a short winter with little (or no) rain, water reserves are already suffering at the beginning of the very hot summer. The countryside suffers, more than anything else, but the gardens also suffer and with them the people who find themselves at the risk of having dry taps with a 40°C temperature outside. It is in these circumstances that we must learn from the peoples who have always lived with drought, such as Africans, or those regions who have already been through it before us, for example California and Mexico.

Can you survive drought? With some good advice, yes. Here's what you should/we should do, in Sicily, these days.


1) AVOID SHOWER EVERY DAY. This all-American idea is not at all synonymous with cleanliness but with waste! To be clean, even in summer, just wash your face, armpits and private parts with sponges and using very little water. You can very well take a shower once a week - even twice, since you sweat more in summer. However, it is forbidden to fill the bathtub and of course DO NOT  fill the swimming pool to the brim.

2) REUSE WATER. For example, after washing your vegetables or salad, you can put that waste water in a bin and use it to water your garden plants. Or, use the water from boiling the vegetables (but without salt) to water plants too, once it has turned cold. Pasta cooking water, however, can be recycled to degrease dishes and stuff before putting them in the dishwasher.

3) FULLY LOADED APPLIANCES. Speaking of dishwasher and washing machine... use  them once, and only when they are fully loaded. In order to save water by concentrating it all in a single moment.

4) TOILET. In case of dry summers, it is a good habit to clean the toilet a few times only. So don't flush the toilet every time you pee... maybe only do it after the third or fourth! Yes, it's a bit disgusting, certainly not pleasant... but by keeping the bathroom door closed you avoid odours and save a lot of good water for other purposes.

5) REUSE THE WATER IN THE GARDEN. If you have a garden that you water with large quantities of water every day, make sure to collect excess water that drips along flowerbeds or paths. The recovered water can be used the next day for the same purpose.

6) COLLECT HUMIDITY. Some African countries teach us that when there is no water it can be collected... from the air! In case of very humid days, it will be good to spread thin and dense nets (for example certain types of shopping bags, certain types of canvas fence...) connecting them to wooden or metal poles. The net "traps" the condensation of the night or early morning and makes it drip along the poles... under which you will  place containers to accumulate the drops and thus obtain a small quantity of water. By spreading these nets over the plants in the garden you will be able to water the plants without wasting water from the hoses!

7) YOUR ATTENTION ON THE TAPS. Avoid any drips, any leaks, any forgetfulness... in times of drought every wasted drop is less water to drink tomorrow! When you brush your teeth, or when you take a shower, while scrubbing with the toothbrush or soap, keep the tap closed. Do open it only to rinse.