domenica 13 ottobre 2024

Il Parco dei Nebrodi - Park of the Nebrodi

 

all photos by SICILIA MC


Istituire il Parco Regionale dei Monti Nebrodi, in Sicilia, non è stato solo un atto amministrativo ed un gesto ecologico: è stata una vera sfida alla mafia. 

I suoi 86.000 ettari di bosco e montagne e pascoli, infatti, dichiarati zona protetta nel 1993 - in un periodo in cui la ferocia dei clan aveva raggiunto livelli spaventosi ovunque in Italia - tolsero terreni preziosi a molti "boss di campagna" che su pascoli, macellazione clandestina e coltivazioni illecite, tra quelle montagne, facevano soldi a palate. Non è stato facile e non è stato una cosa da poco, creare questo paradiso incredibile ... una vera e propria "regione" dentro la regione Sicilia, dove sembra di stare in Scandinavia e non più al centro del Mediterraneo.

Il Parco dei Nebrodi è la più estesa area naturale protetta di Sicilia, tende a preservare la purezza e la bellezza della catena montuosa omonima la quale, insieme alle Madonie e ai Peloritani, forma la "spina dorsale" dell'isola. Entro i suoi confini sono racchiusi: Monte Soro - la terza cima più alta di Sicilia (dopo l'Etna e Monte Pizzo Carbonara), gli splendidi boschi di San Teodoro, i laghi del Biviere di Cesarò, rocche dolomitiche come Monte San Fratello e Rocche del Crasto, le spettacolari Cascate del Catafurco e ben 24 centri abitati (19 nella provincia di Messina, 3 nel territorio di Catania e 2 in quello di Enna). Le cittadine più importanti e punti di riferimento del Parco sono: Cesarò, San Teodoro, Floresta, Randazzo, Bronte e Troìna. I centri turisticamente più famosi, oltre a quelli già citati, sono San Fratello, Santo Stefano di Camastra, Maniace, San Marco D'Alunzio, Sant'Agata Militello e Mistretta. Ma un po' tutti i villaggi e i paesini del parco hanno un'importanza turistica perchè offrono paesaggi unici e stili di vita lenti, rilassanti e felici, ottimi prodotti eno-gastronomici .

Il Parco dei Nebrodi si caratterizza per le foreste di querce, erica, lentisco, lecci e ginestre. La fauna racchiude il famoso "maialino nero selvatico", cinghiali, volpi, istrici, rapaci e anche molti cavalli allo stato brado. Si sono estinte già a metà del XIX secolo, purtroppo, le popolazioni di daini, caprioli, lupi e gufi reali!


Per arrivare al Parco

Dal versante nord, percorrendo la autostrada Messina-Palermo A20, con uscita Capo d'Orlando per proseguire su SS 116, sulla SS 289 oppure sulla SS 117, oltre alle tante strade provinciali. Da Catania, tramite l'autostrada A19 per Palermo, uscendo a Catenanuova per poi proseguire verso Troìna e Cesarò.


Contattare il Parco

Sito ufficiale  https://www.parcodeinebrodi.it/ 

Tel-0921/333015  

Email: info@parcodeinebrodi.it - Posta certificata: info@pec.parcodeinebrodi.it 



Establishing the Regional Park of the Nebrodi Mountains in Sicily was not just an administrative and ecological act: it was a real challenge to the mafia.

Its 86,000 hectares of forest and mountains and pastures declared a protected area in 1993 - that is, in a period when the ferocity of the mafia clans had reached frightening levels everywhere in Italy - took away precious lands from many "country bosses" who made tons of money on illegal pastures, clandestine slaughter and illicit cultivations, among those mountains. It was not easy and it was not a small thing to do, creating this incredible paradise ... a real "region" within the region of Sicily, where it seems to be in Sweden and no longer in the center of the Mediterranean!

The Park of the Nebrodi is today the largest protected natural area in Sicily. It aims to preserve the purity and beauty of the mountain range of the same name which, together with the Madonie and Peloritani mountains, forms the "backbone" of the island. Within its borders you will find: Mount Soro - the third highest peak in Sicily (after Etna and Mount Pizzo Carbonara), the splendid woods of San Teodoro, the two lakes Biviere di Cesarò, Dolomite-like rocks such as Monte San Fratello and Rocche del Crasto, the spectacular Catafurco waterfalls and 24 urban centers (19 in the district of Messina, 3 in the district of Catania and 2 in Enna's). The most important towns and points of reference of the Park are: Cesarò, San Teodoro, Floresta, Randazzo, Bronte and Troìna. The most famous tourist places, in addition to those already mentioned, are San Fratello, Santo Stefano di Camastra, Maniace, San Marco D'Alunzio, Sant'Agata Militello and Mistretta. But all the villages and hamlets of the park have a tourist importance because they offer unique landscapes and slow, relaxing and happy lifestyles, plus excellent genuine food and wine.

The Park of the Nebrodi is characterized by forests of oaks, heather, mastic, holm oaks and brooms. The fauna includes the famous "wild black pig", wild boars, foxes, porcupines, birds of prey and also many wild horses. Unfortunately, the populations of fallow deer, roe deer, wolves and eagle-owls became extinct already in the mid-19th century!


How to get to the Park

From the north side of Sicily, take the Messina-Palermo A20 motorway, exit at Capo d'Orlando and continue on SS 116, SS 289 or SS 117, as well as the many provincial roads. From Catania, take the A19 motorway to Palermo, exit at Catenanuova and then continue towards Troìna and Cesarò.


Contact the Park

Official website https://www.parcodeinebrodi.it/ ,

Tel-0921/333015

Email: info@parcodeinebrodi.it - ​​Certified mail: info@pec.parcodeinebrodi.it


venerdì 4 ottobre 2024

Cosa fare e non fare a CATANIA - Do and do nots

 


Sicuramente Catania è una delle città più conosciute e famose di Sicilia. Non tanto - non solo - per i tanti collegamenti che consentono ai turisti di tutto il mondo di arrivare e muoversi facilmente (l'Aeroporto Fontanarossa, la stazione centrale, i tanti bus regionali) ma anche e soprattutto per essere la base di partenza verso gli itinerari dell'Etna. 

Se siete a Catania ammirerete il suo elegante centro storico barocco, con il nero della lava che si intreccia in riccioli e mascheroni alla bianca pietra calcarea di Siracusa e la statua dell'elefante che domina davanti al duomo. Andrete a spasso tra chiese monumentali, splendidi giardini, un mercato del pesce ricco di colori, un moderno lungomare e tanti siti archeologici. Eppure per affrontare al meglio Catania (che non a caso contende a Palermo il ruolo di città più bella di Sicilia) dovete sapere cosa è meglio fare e cosa non fare mai, per integrarsi al meglio nell'atmosfera della "città dell'elefante". Segui i nostri consigli.

COSA DOVRESTI FARE A CATANIA

Senza dubbio alcuno, dovresti visitare la bellissima Cattedrale dedicata a Sant'Agata;

Passeggiare nello scenario antico di Via dei Crociferi;

Ammirare le rovine a cielo aperto di Piazza Stesicoro;

Comprare il pesce fresco alla Piscarìa;

Attraversare il vivace mercato della Fera O Luni;

Assaggiare una vera "pasta alla Norma";

Dare l'impressione al catanese che sia lui il centro del mondo;

Assistere almeno una volta nella vita alla tre-giorni della grande Festa di Sant'Agata.

COSA NON DEVI FARE MAI A CATANIA

Criticare Catania;

Criticare la squadra di calcio del Catania;

Ordinare un'arancina (qui si dice "arancino" o altrimenti non si dice affatto!);

Paragonare le bellezze di Catania a quelle di Palermo;

Perderti nei vicoli del quartiere San Berillo di notte;

Spostarti da/verso la stazione centrale a piedi, di sera, su un percorso lunghissimo e purtroppo popolato spesso da senzatetto e sbandati;

Ridere della statua dell'elefante (che qui è quasi sacra!);

Fotografare a tradimento i mercanti della fiera o della pescheria (potrebbero diventare anche aggressivi, se lo fai).


----------------------------------------------


Catania is certainly one of the best-known and most loved cities in Sicily. Not only for the many connections that allow tourists from all over the world to arrive and move around easily (Fontanarossa Airport, the central station, the many regional buses) but also and above all for being the starting point for the itineraries to Mount Etna.

If you are in Catania you will admire its elegant baroque historic center, with the black lava that intertwines in curls and masks with the white limestone of Syracuse, and the statue of the elephant that dominates the cathedral square. You will go for a walk among monumental churches, splendid gardens, a fish market full of colors, a modern seafront and many archaeological sites. Yet to best face Catania (which not by chance competes with Palermo for the role of the most beautiful city in Sicily) you must know what is good to do and what you must never do, to best integrate into the atmosphere of the "city of the elephant". Follow our advice.


WHAT YOU SHOULD DO IN CATANIA

Without a doubt, you should visit the beautiful Cathedral dedicated to Saint Agatha;

Walk in the ancient scenery of Crociferi Street;

Admire the open-air ruins of Stesicoro Square;

Buy fresh fish at Piscarìa market;

Walk through the lively market of Fera O Luni;

Taste a real "pasta alla Norma";

Give the impression to the people of Catania that they are the center of the world;

Attend at least once in your life the three-day great Feast of Saint Agatha.


WHAT YOU SHOULD NEVER DO IN CATANIA

Criticize Catania;

Criticize Catania football team;

Order an arancina (here they say "arancino" or otherwise they don't say it at all!);

Compare the beauties of Catania to those of Palermo;

Get lost in the alleys of the San Berillo neighborhood at night;

Walk to/from the central station, in the evening, on a very long route that is unfortunately often populated by homeless people and vagrants;

Laugh at the elephant statue (which is sacred, here!);

Take unexpected photos of the merchants at the fairs/markets (they might even become aggressive if you do so).

lunedì 26 agosto 2024

Vulcani "non vulcani" di Sicilia - Sicilian volcanoes-non-volcanoes

 

photo Sicilia MC 2024



TESTO SCRITTO ANCHE  PER IL BLOG GO ETNA

L’Etna è un vulcano. Lo sappiamo tutti, lo si vede chiaramente e di certo non ci permette di dimenticarlo con le sue eruzioni periodiche e spettacolari. La forma conica, i crateri sommitali, il fumo costantemente visibile … queste caratteristiche sono comuni a molte altre montagne simili. Riconosciamo facilmente un vulcano: lo Stromboli lo è, anche il Vesuvio – seppure silente – lo lascia capire benissimo. Ma ci sono alcuni luoghi che lasciano aleggiare il dubbio: ma questo, è un vulcano oppure no? E se lo è, è un vulcano “vero”? In Sicilia di questi luoghi misteriosi ne abbiamo almeno quattro: le Salinelle, le Maccalube, il Monte Kronio e l’isola di Lipari.

SALINELLE E MACCALUBE

Situati un po’ su tutto il territorio dell’isola, secondo una sorta di diagonale che parte da sud ovest e termina a est, questi mini vulcani che eruttano fango e acqua sono delle vere  proprie attrazioni turistiche. Le Salinelle si trovano a Paternò, in provincia di Catania, le Maccalube invece tra Agrigento e Caltanissetta. Sono la stessa cosa? Ma soprattutto … sono vulcani?

Le Salinelle di Paternò sono un vero mistero perché racchiudono in sé tutte le caratteristiche dei fenomeni post-vulcanici e vulcanico-secondari. Si tratta quasi certamente di ciò che resta di un vulcano antico e sono alimentate da cunei tettonici che formano il fronte più avanzato della Falda di Gela. Quando sono “in quiete” emettono acque sulfuree e gas, quando eruttano emettono getti di fango misto ad altri minerali.

Le Maccalube, che si trovano tra i territori di Agrigento e Caltanissetta (le più famose sono quelle di Aragona), sono un fenomeno è legato alla presenza di terreni argillosi che vengono invasi nel sottosuolo da acqua salmastra spinta dal gas metano.  Si chiama “vulcanesimo sedimentario”, ovvero caratteristiche simili a quelle dei vulcani veri ma alimentate dai gas e non dal fuoco. Quindi definire le Maccalube dei “vulcani” non è corretto.

MONTE KRONIO

Sempre in provincia di Agrigento, nel territorio di Sciacca, sorge una collina rocciosa chiamata Monte San Calogero-Monte Kronio. In cima alla collina è stato costruito un santuario da sempre famoso per le sue “fonti curative” che si collegano alle terme di Sciacca. In cima al monte Kronio, in particolare, esistono degli sfiati di vapori caldi che da sempre la gente utilizza per curare malanni respiratori. Un tempo di libero accesso, oggi invece sono regolati da un ingresso a pagamento. Gli studi intorno al monte Kronio non hanno rilevato mai presenze di lave o lapilli. Quindi si può dire che questo non sia un vero vulcano ma il risultato del movimento di faglie tettoniche che ha generato l’emersione di rocce e sfiati.

ISOLA DI LIPARI

L’isola di Lipari non è un vulcano … pensano tutti. Perché nessuno l’ha mai vista eruttare, né si è mai assistito a fenomeni come sfiati, esplosioni e fumarole. D’altronde, l’intera isola è popolata, coltivata e non ci sono tracce visibili di alcuna attività. Eppure l’ultima eruzione certificata a Lipari risale al 1230, quindi ad “appena” 794 anni fa… che in termini geologici è davvero molto poco! Ciò significa che questo vulcano non può considerarsi “spento”… ma dormiente.

In particolare, il sorvegliato speciale è Monte Pilato. Questo cono, tra quelli presenti a Lipari, è il cratere che ha eruttato più spesso in tempi “recenti”. Si parla delle eruzioni dell’anno 780, dell’anno 1230 e anche di una serie di esplosioni verificatesi nel XVI secolo. Il problema è che queste eruzioni si distanziano tra loro di secoli, per cui la gente del posto “ne perde memoria”. E infatti, oggi, Monte Pilato è abitato e coperto da campi coltivati. I turisti che arrivano lo ammirano da ogni lato, inconsapevoli di ammirare in realtà un vero e proprio vulcano che un giorno … non si sa quando… tornerà ad eruttare!

 ----------------------------------------------------

Mount Etna is a volcano. We all know it, we can see it clearly and it certainly does not allow us to forget it with its periodic and spectacular eruptions. The conical shape, the summit craters, the constantly visible smoke ... these characteristics are common to many other similar mountains. We easily recognize a volcano: Stromboli is a volcano, so is the Vesuvius - although silent – they let us understand it very well. But there are some places that leave the doubt hovering: is this a volcano or not? And if so, is it a "real" volcano? In Sicily we have at least four of these mysterious places: the Salinelle, the Maccalube, Mount Kronio and the island of Lipari.

SALINELLE AND MACCALUBE

Crossing throughout the territory of the island, according to a sort of diagonal that starts from the southwest and ends in the east, these mini volcanoes that erupt mud and water are real tourist attractions. The Salinelle are located in Paternò, in the district of Catania, the Maccalube instead between Agrigento and Caltanissetta. Are they the same thing? But above all ... are they volcanoes?

The Salinelle of Paternò are a real mystery because they contain all the characteristics of post-volcanic and secondary volcanic phenomena. They are almost certainly what remains of an ancient volcano and are fed by tectonic wedges that form the most advanced front of the Gela Fault. When they are "quiet" they emit sulphurous waters and gas, when they erupt they emit jets of mud mixed with other minerals.

The Maccalube, which are located between the territories of Agrigento and Caltanissetta (the most famous are in Aragona), are a phenomenon linked to the presence of clay soils that are invaded underground by brackish water pushed by methane gas. It is called "sedimentary volcanism", that is characteristics similar to those of real volcanoes but fed by gas, not by fire. So calling the Maccalube “volcanoes” is not correct.

MT KRONIO

Also in the district of Agrigento, in the territory of Sciacca, there is a rocky hill called Monte San Calogero-Monte Kronio. At the top of the hill a sanctuary has been built that has always been famous for its “healing springs” that connect to the Sciacca spa. At the top of Mount Kronio, in particular, there are vents of hot steam that people have always used to treat respiratory diseases. Once freely accessible, today they are regulated by an entrance fee. Studies around Mount Kronio have never detected the presence of lava or lapilli. So we can say that this is not a real volcano but the result of the movement of tectonic faults that generated the emergence of rocks and gas vents.

LIPARI

The island of Lipari is not a volcano … everyone thinks. Because no one has ever seen it erupt, nor have phenomena such as vents, explosions and fumaroles ever been witnessed. After all, the entire island is populated, cultivated and there are no visible traces of any activity. Yet the last certified eruption in Lipari dates back to 1230, so “just” 794 years ago… which in geological terms is really a short time ago! This means that this volcano cannot be considered “extinguished”… but dormant. In particular, the one under special surveillance is Mount Pilato hill. This cone, among those present in Lipari, is the crater that has erupted most often in “recent” times. We refer to the eruptions in the year 780, year 1230 and also a series of explosions that occurred in the 16th century. The problem is that these eruptions are spaced out by centuries, so the locals “lose memory of them”. In fact, today, Lipari’s Mount Pilato is inhabited and covered with cultivated fields. The tourists who arrive on holiday here, they admire it from every side, unaware that they are actually looking at a real volcano. And this volcano one day... no one knows when... will erupt again!

THIS ARTICLE WAS ALSO WRITTEN FOR THE BLOG "GO ETNA"


venerdì 21 giugno 2024

Siccità in Sicilia: CONSIGLI UTILI - Useful tips against DROUGHT

 



La Sicilia sta combattendo, quest'anno, la sua battaglia più terribile: quella contro la siccità. Dopo un inverno con poca (o niente) pioggia, le riserve d'acqua all'inizio della caldissima estate sono già in sofferenza. Soffrono le campagne, più di ogni altra cosa, ma soffrono anche i giardini e con essi le persone che si ritrovano con il rischio di avere i rubinetti secchi proprio quando fuori scoppiano i 40°C. E' in queste circostanze che dobbiamo imparare dai popoli che con la siccità convivono da sempre, come gli africani, o con chi ci è già passato prima di noi, ad esempio la California e il Messico.

Si può sopravvivere alla siccità? Con qualche buon consiglio, sì. Ecco cosa dovreste/dovremmo fare, in Sicilia.

1) EVITARE LA DOCCIA OGNI GIORNO. Questa moda tutta americana non è affatto sinonimo di pulizia ma di spreco! Per essere puliti, anche in estate, basta lavarsi la faccia, le ascelle, le parti intime con poche spugnature e usando pochissima acqua. La doccia si può benissimo fare una volta a settimana - anche due, dato che in estate si suda di più. Vietato invece riempire la vasca per il bagno, o riempire la piscina fino all'orlo.

2) RIUTILIZZARE L'ACQUA. Per esempio, dopo aver lavato le verdure o l'insalata, si può mettere quell'acqua di scarto in un bidone e usarla per innaffiare le piante del giardino. Oppure, usate per innaffiare l'acqua della bollitura delle verdure (ma senza sale), una volta che si sarà raffreddata. L'acqua di cottura della pasta, invece, si può riciclare per sgrassare i piatti e le stoviglie prima di metterli nella lavastoviglie.

3) ELETTRODOMESTICI A PIENO CARICO. A proposito di lavastoviglie e lavatrice... fate un'unica lavata, e soltanto quando sono a pieno carico. In modo da risparmiare acqua concentrandola tutta in un unico momento.

4) LO SCIACQUONE. In caso di estati siccitose, è buona abitudine tirare l'acqua del wc poche volte. Quindi non usate lo sciacquone ogni volta che fate la pipì ... magari usatelo soltanto dopo la terza o quarta! Sì, è un po' fastidioso e certamente non gradevole... ma tenendo chiusa la porta del bagno si evitano odori e si risparmia tanta buona acqua.

5) RIUTILIZZARE L'ACQUA IN GIARDINO. Se avete un giardino da innaffiare con grandi quantità d'acqua ogni giorno, fate in modo di raccogliere l'acqua che cola via in eccesso lungo le aiuole o i sentieri. L'acqua recuperata potrà essere usata l'indomani per lo stesso scopo.

6) RACCOGLIERE L'UMIDITA'. Alcuni paesi africani ci insegnano che quando manca l'acqua la si può raccogliere ... dall'aria! In caso di giornate molto umide, basterà stendere delle reti sottili e fitte (ad esempio certi tipi di sacchi per la spesa, certi tipi di recinzione di tela...) collegandole a paletti di legno o di metallo. La rete "intrappola" la condenza della notte o del mattino presto e la fa gocciolare lungo i pali... sotto i quali avrete messo dei contenitori per accumulare le gocce e ottenere così un piccolo quantitativo d'acqua. Stendendo queste reti sopra le piante del giardino potrete abbeverare le piante senza sprecare l'acqua dei tubi!

7) ATTENTI AI RUBINETTI. Evitare qualsiasi gocciolamento, qualsiasi perdita, qualsiasi dimenticanza... in tempi di siccità ogni goccia sprecata è acqua in meno da bere domani! Quando vi lavate i denti, o quando fate una doccia, mentre strofinate lo spazzolino o il sapone tenete il rubinetto chiuso, aprendolo solo per sciacquare.


----------------------


Sicily is fighting its most terrible battle this year: the one against drought. After a short winter with little (or no) rain, water reserves are already suffering at the beginning of the very hot summer. The countryside suffers, more than anything else, but the gardens also suffer and with them the people who find themselves at the risk of having dry taps with a 40°C temperature outside. It is in these circumstances that we must learn from the peoples who have always lived with drought, such as Africans, or those regions who have already been through it before us, for example California and Mexico.

Can you survive drought? With some good advice, yes. Here's what you should/we should do, in Sicily, these days.


1) AVOID SHOWER EVERY DAY. This all-American idea is not at all synonymous with cleanliness but with waste! To be clean, even in summer, just wash your face, armpits and private parts with sponges and using very little water. You can very well take a shower once a week - even twice, since you sweat more in summer. However, it is forbidden to fill the bathtub and of course DO NOT  fill the swimming pool to the brim.

2) REUSE WATER. For example, after washing your vegetables or salad, you can put that waste water in a bin and use it to water your garden plants. Or, use the water from boiling the vegetables (but without salt) to water plants too, once it has turned cold. Pasta cooking water, however, can be recycled to degrease dishes and stuff before putting them in the dishwasher.

3) FULLY LOADED APPLIANCES. Speaking of dishwasher and washing machine... use  them once, and only when they are fully loaded. In order to save water by concentrating it all in a single moment.

4) TOILET. In case of dry summers, it is a good habit to clean the toilet a few times only. So don't flush the toilet every time you pee... maybe only do it after the third or fourth! Yes, it's a bit disgusting, certainly not pleasant... but by keeping the bathroom door closed you avoid odours and save a lot of good water for other purposes.

5) REUSE THE WATER IN THE GARDEN. If you have a garden that you water with large quantities of water every day, make sure to collect excess water that drips along flowerbeds or paths. The recovered water can be used the next day for the same purpose.

6) COLLECT HUMIDITY. Some African countries teach us that when there is no water it can be collected... from the air! In case of very humid days, it will be good to spread thin and dense nets (for example certain types of shopping bags, certain types of canvas fence...) connecting them to wooden or metal poles. The net "traps" the condensation of the night or early morning and makes it drip along the poles... under which you will  place containers to accumulate the drops and thus obtain a small quantity of water. By spreading these nets over the plants in the garden you will be able to water the plants without wasting water from the hoses!

7) YOUR ATTENTION ON THE TAPS. Avoid any drips, any leaks, any forgetfulness... in times of drought every wasted drop is less water to drink tomorrow! When you brush your teeth, or when you take a shower, while scrubbing with the toothbrush or soap, keep the tap closed. Do open it only to rinse.

martedì 11 giugno 2024

PERCORSI ALTERNATIVI: Carini e le sue sorelle - Carini and Sisters

 

photo credit comunedicarini

Un percorso alternativo e affascinante nella provincia di Palermo potrebbe, e dovrebbe, iniziare da CARINI. Se sarete dotati di una buona macchina, vi porteremo inoltre tra le colline e le montagne dell'entroterra per raggiungere CEFALA' DIANA e le sue incredibili terme arabe (ma ha anche un castello) per terminare di nuovo lungo la costa, in un altro borgo medievale ricco di fascino: CACCAMO. Seguiteci e scoprirete nuove meraviglie!

CARINI

Arcifamosa per la storia della infelice baronessa Laura Lanza di Trabia, sorpresa con il presunto amante in assenza del marito, barone Vincenzo La Grua Talamanca e quindi uccisa per mano del suo stesso padre così da "lavare l'onore macchiato" ... e per le leggende di fantasmi che animano il suo splendido castello ... Carini è una località che merita la visita. 

Il nome deriva da quello della antica città greca di Hykkara e i suoi abitanti -  gli Iccarini - sfuggiti al massacro per opera degli ateniesi si rifugiarono sulla costa occidentale siciliana fondando qui la loro città: la Città degli Iccarini, appunto, o Città de li Carini. La fortuna e la ricchezza di questa città arrivarno insieme agli arabi nel X secolo e proseguirono con i feudi normanni tra i secoli XI e XIV. Il famoso castello risale al XII secolo e ancora oggi presenta la struttura originaria con una grande corte interna, il bastione, il piano nobile (con i saloni delle danze e le stanze dei signori) e i terrazzi merlati. Pare che in una sala del castello si conservi ancora una macchia a forma di mano, la traccia - si dice - del sangue della baronessa: questa macchia appare e scompare a seconda se il fantasma è "in sede" o meno! Oggi il castello è sede di eventi culturali di alto livello. 

Da ammirare, ancora, a Carini: il Duomo quattrocentesco, le chiese del Rosario, di San Giuseppe, degli Agonizzanti; le torrette difensive inglobate nei "bagli" (casali di campagna) come Tonnara Baglio, Torre Chiachea, Torre Milioti, Torre Aiello ... . Intorno alla città si aprono splendide aree naturali e siti archeologici, su tutti Grotte di Carburangeli e la contrada Moscala.

CEFALA' DIANA

cefalà diana- photo sicilia mc
A circa un'ora di strada da Carini, andando verso sud-est e inoltrandosi nell'entroterra, dopo una immensa distesa di colline e pascoli spunta quasi a sorpresa il castello di Cefalà Diana. Con meno di mille abitanti, il villaggio si trova a pochi chilometri da questo monumento che svetta dalla cima di una rocca in parte erosa. Il castello richiama la storia del feudo (XII secolo) ma ancor più interessante, qui, è la presenza dei cosiddetti Bagni Arabi. 

Si tratta di una struttura sicuramente di epoca romana, sorta intorno a una sorgente di acque calde, ma lo stile è tipicamente arabo con gli archi a sesto acuto e le geometrie islamiche ben evidenti. Tuttavia non risulta nessuna presenza di terme negli archivi storici dell'epoca araba, quindi è possibile che si tratti invece di terme normanne arredate e decorate con simbologie islamiche - come era uso al tempo del Conte Ruggero. Le terme oggi sono regolate da un sistema di acquedotto regionale e sono fruibili soltanto come monumento turistico, non come bagno termale.


CACCAMO

Tornando verso la costa, percorrendo strade interne (e non sempre in buono stato) per circa un'ora, si raggiunge il paese di Caccamo. Il centro storico che si raccoglie ai piedi del meraviglioso castello medievale -praticamente intatto! - domina una vallata in cui si apre lo specchio d'acqua detto Lago Rosamarina. 

La millenaria storia di Caccamo (dall'arabo Kaq'bus, pentolone, grande vaso) inizia già dai tempi delle guerre puniche e i cartaginesi avevano qui un'importante colonia, tanto che anticamente era nota come Cartagine di Sicilia. Nel medioevo la sua fortuna si legò alle strade commerciali che collegavano Catania e Palermo e al feudo normanno dei Bonello. Tra il XV e il XIX secolo, Caccamo e il suo castello furono un centro nobiliare molto importante e di quell'epoca oggi restano palazzi e chiese affascinanti: Duomo di San Giorgio, la Badia, l'Annunziata, San Francesco, Sant'Isidoro, San Giacomo Maggiore sono solo alcune delle tante (oltre venti!) chiese del paese. Oggi il castello ospita un museo delle armi antiche che vi proietterà in un passato glorioso dentro ambienti maestosi.



An alternative and fascinating route in the district of Palermo could, and should, start from CARINI. If you have a good car, we will also take you through the hills and mountains of the hinterland to reach CEFALA' DIANA and its incredible Arab Baths (but it also has a castle) to end again along the coast, in another medieval village full of charm: CACCAMO. Follow us and you will discover new wonders!

CARINI

Superfamous for the story of the unhappy Baroness Laura Lanza di Trabia, caught with her alleged lover in the absence of her husband, Baron Vincenzo La Grua Talamanca and then killed at the hands of her own father so as to "wash away her stained family honor"... it is also known for the legends of ghosts that animate its splendid castle ...! Carini is a place worth visiting.

The name derives from that of the ancient Greek city of Hykkara and its inhabitants - the Iccarini - who escaped the massacre by the Athenians took refuge on the western coast of Sicily, founding their city here: the City of the Iccarini, precisely, or Città de li Carini. The fortune and wealth of this city arrived together with the Arabs in the 10th century and continued with the Norman fiefdoms between the 11th and 14th centuries. The famous castle dates back to the 12th century and still today presents the original structure with a large internal courtyard, the bastion, the main floor (with the dance halls and the lords' rooms) and the crenellated terraces. It seems that a hand-shaped stain is still there, somewhere, in a room of the castle; the trace - they say - of the baroness' blood. This stain appears and disappears depending on whether the ghost is "in residence" or not! Today the castle is home to high-level cultural events.

Still to be admired in Carini: the fifteenth-century Cathedral, the churches of the Rosario, of San Giuseppe, of the Agonizzanti; the defensive turrets incorporated into the "bagli" (country houses) such as Tonnara Baglio, Torre Chiachea, Torre Milioti, Torre Aiello... . Not far from the city there are splendid natural areas and archaeological sites, above all the Carburangeli Caves and the Moscala site.

CEFALA' DIANA

About an hour's drive from Carini, going south-east and entering the hinterland, after an immense expanse of hills and pastures, the castle of Cefalà Diana appears almost surprisingly. With less than a thousand inhabitants, the village is located a few kilometers from this monument which stands out from the top of a partly eroded rock. The castle recalls the history of the fiefdom (12th century) but even more interesting here is the presence of the so-called Arab Baths.

It is certainly a structure from the Roman age, built around a hot water spring, but the style is typically Arab with pointed arches and clearly evident Islamic geometries. However, there is no evidence of the presence of baths in the historical archives of the Arab years! So it is possible that they were instead Norman baths furnished and decorated with Islamic symbols - as was customary at the time of Count Roger. The pools today sre regulated by a regional aqueduct system and can only be used as a tourist monument, not as a bathing place.

CACCAMO

Returning towards the coast, traveling along internal roads (which are not always in good condition)

caccamo - photo stockadobe hospitality.news

for about an hour, you reach the town of Caccamo. The historic quarters which gather at the foot of the marvelous medieval castle - practically intact! -  dominate a valley where the lovely Lake Rosamarina opens up.

The thousand-year history of Caccamo (from the Arabic name Kaq'bus, large pot, large vase) dates back to the times of the Punic Wars and the Carthaginians had an important colony here, so much that in ancient times it was also known as "Carthage of Sicily". In the Middle Ages its fortune was linked to the commercial roads that connected Catania and Palermo and to the Norman fiefdom of the Bonello family. Between the 15th and 19th centuries, Caccamo and its castle were a very important noble center and fascinating palaces and churches remain from that era today: the Cathedral of San Giorgio, the Badia, the Annunziata, San Francesco, Sant'Isidoro, San Giacomo Maggiore are just some of the many (over twenty!) churches in the town. Today the castle houses a museum of ancient weapons which will take you back to a glorious past while exploring majestic environments.

domenica 19 maggio 2024

CINQUE COSE che (forse) non sapete su Palermo - Five things about Palermo

 



Palermo è il capoluogo della regione Sicilia e una delle città più antiche e affascinanti dell'isola. In molti nel mondo la conoscono perchè associata alla parola "mafia", etichetta nera dalla quale la città si è ormai saputa smarcare benissimo, dimostrando con la propria millenaria arte e con la cultura di essere soprattutto una bellissima meta turistica. A Palermo si respira una continua ambiguità: si passa da eleganti strade fiancheggiate da palazzi e ville a quartieri sporchi e cadenti, dove però i colori dei mercati - e i profumi! - manifestano una bellezza rude tutta loro, e unica.

Famosa per il suo grande porto, per i cantieri navali storici (risalgono al XIX secolo), per le spiagge esotiche, ma anche per le meraviglie del suo centro storico ... la cattedrale, la chiesa della Martorana, San Giovanni degli Eremiti, il Palazzo dei Normanni (con la cappella palatina), il Parco della Favorita, la Marina ... e per i belvedere della vicina città "sorella" di Monreale, Palermo nasconde anche alcune peculiarità che forse non tutti conoscono. Ve ne sveliamo, qui, cinque.


Sapevate che ...............?


IL PRIMO NOME DI PALERMO FU ZYZ, da Aziz, antica parola punica per "meraviglia". Secondo alcuni con questo stesso termine si indica la parola "fiore". In ogni caso quel primo nome rivelava lo stupore per la bellezza del posto molto prima che diventasse una capitale. Il nome attuale, Palermo (dal greco Pan Ormus, grande porto), indica invece le dimensioni dell'approdo naturale intorno al quale sorge.

IL CENTRO DI PALERMO E' TRA I PIU' GRANDI D'EUROPA dopo quello di Roma e di Napoli ed è diviso in quattro enormi quartieri, detti "Mandamenti". Il punto in cui i quattro mandamenti si incontrano è segnato da un bellissimo incrocio artistico chiamato "i Quattro Canti" (i quattro angoli).

POSSIEDE UNA FONTANA "VERGOGNOSA": la Fontana della Vergogna, il cui vero nome è Fonte Pretoria, è un gigantesco sistema di giochi d'acqua che occupa una intera piazza. Fu trasportato in Sicilia direttamente dalla Toscana, pezzo su pezzo, e montato in diverse settimane con costi esorbitanti per l'epoca (era il XVI secolo). La parola "vergogna" pare si riferisca a questo enorme spreco di denaro ... oppure al fatto che più della metà delle statue che la compongono sono nude!

PALERMO FU TRA LE PRIME CITTA' AL MONDO A USARE I "CONDIZIONATORI" in estate! In realtà, il doppio sistema di raffreddamento dovuto ai canali sotterranei, i Qanat, e all'invenzione delle "stanze dello Scirocco" ha permesso alla gente di Palermo di trovare riparo dall'afa estiva fin dal X secolo! Le acque fredde dei Qanat producevano correnti altrettanto fredde che venivano convogliate dentro le cantine dei palazzi tramite sistemi di tubature "rubati" all'arte romana. Le stanze dello scirocco, erano appunto questi scantinati rinfrescati dai Qanat - arredati come vere e proprie regge sotterranee - in cui le famiglie si trasferivano quando fuori la temperatura toccava i 40°C.


CUSTODISCE IL CODICE DI TRADUZIONE DEI GEROGLIFICI.
Si tratta della cosiddetta Pietra di Palermo, uno spezzone di roccia diorite nera che porta incisi i segni geroglifici egiziani e la loro interpretazione. Grazie a questa pietra è stato possibile, per gli archeologi, "leggere" letteralmente i papiri e le incisioni delle piramidi.

--------------------------------

Palermo is the capital of the region Sicily and one of the oldest and most fascinating cities on the island. Many in the world know it because it is associated with the word "mafia", a black label from which the city has now been able to distance itself very well. From the 1990s on, it demonstrated with its thousand-year-old art and culture that it is above all a beautiful tourist destination. In Palermo there is a constant ambiguity: you go from elegant streets lined with palaces and villas to dirty and crumbling neighbourhoods, where however the colours of the markets - and their flavours! -  show a "rough" beauty that is all their own. And unique.

Famous for its large port, for the historic shipyards (dating back to the 19th century), for the exotic beaches, but also for the wonders of its old quarters ... the cathedral, the Martorana church, San Giovanni degli Eremiti, the Palazzo dei Normanni (with the palatine chapel), the Favorita Park, the Marina ... and for the viewpoints of the nearby "sister" city of Monreale, Palermo also hides some peculiarities that perhaps not everyone knows about. We reveal five of them, here.

Did you know that ...............?


THE VERY FIRST NAME OF PALERMO WAS ZYZ, from the Carthaginian Aziz, meaning "wonder". According to some, this same term indicates the word "flower". In any case, that  revealed the amazement at the beauty of the place long before it became a capital. The current name, Palermo (from the Greek: Pan Ormus, large port), indicates the size of the natural bay around which it rises.

PALERMO'S OLD TOWN IS AMONG THE LARGEST IN EUROPE after that of Rome and Naples. It is divided into four enormous neighbourhoods, called "Mandamenti". The point where the four Mandamenti meet is marked by a beautiful artistic intersection called "i Quattro Canti" (the four corners).

IT HAS A "SHAMEFUL" FOUNTAIN: the Fountain of Shame, whose real name is Fonte Pretoria, is a gigantic system of water gushes that occupies an entire square. It was transported to Sicily directly from Tuscany, piece by piece, and assembled in several weeks at exorbitant costs for the time (it was the 16th century). The word "shame" seems to refer to this enormous waste of money... or to the fact that more than half of the human-shaped statues that compose it are ... naked!

THIS WAS AMONG THE FIRST CITIES IN THE WORLD TO USE "AIR CONDITIONERS" in the summer! The fact is, the double cooling system due to the underground canals, the Qanat, and the invention of the "Scirocco rooms" has allowed the people of Palermo to find shelter from the summer heat since the 10th century! The cold water of the Qanat produced equally cold air currents which were conveyed into the cellars of the buildings via pipe systems "stolen" from the Roman art. The sirocco rooms were precisely these cellars cooled by the Qanat - and furnished like real royal palaces! - into which families moved when the temperature outside reached 40°C.

PALERMO KEEPS THE HIEROGLYPHIC TRANSLATION CODE. This is the so-called Palermo Stone, a piece of black diorite rock engraved with Egyptian hieroglyphic signs and their interpretation. Thanks to this stone it was possible for archaeologists to literally "read" the papyri and the engravings of the pyramids.

venerdì 19 aprile 2024

Il respiro freddo di Alicudi - Alicudi Island's cold breath

 

photo Sicilia MC

Come tutte le isole Eolie, anche Alicudi - la "sorella" più lontana, a occidente dell'arcipelago - è un vulcano. Anche se ormai spento da secoli, mostra ancora la forma e il fascino di questo tipo di montagne di fuoco e di fatto l'isola ne rappresenta solo la cima (il resto dell'edificio è sommerso per 1000 metri sott'acqua). Una terra nata dal fuoco quindi, e terra di calore e di sole per i pochissimi turisti e residenti che calpestano il suo suolo pietroso.

Pochi umani hanno il coraggio di arrivare e di vivere qui. Alicudi infatti è una gigantesca mulattiera. Non esistono strade, solo una lunghissima gradinata rocciosa che va dal porto di attracco fino alla cima del monte - chiamato Filo dell'Arpa, non per via dello strumento musicale ma del volo radente (a filo) del rapace poiana (in siciliano arcudaro: "arpazza"). Si sale a piedi, oppure con l'aiuto di asini e muli, se si devono trasportare bagagli pesanti. Non ci sono negozi, solo una bottega. Insomma, pochi agi e molti disagi. Immaginate adesso di salire su per gli oltre 300 gradini, sotto un sole cocente, magari in piena estate ... con una bottiglietta d'acqua comprata giù al porto che man mano si riscalda sempre più. Come trovare ristoro?

Grazie ai RAFFRISCATURI. Si tratta di un incredibile fenomeno naturale che si verifica qua e là lungo il perimetro dell'isoletta, per lo più a bassa quota. Da alcune spaccature del suolo, sai tombini, da sotto alcune rocce, dalle aperture di certe caverne vengono fuori correnti di aria piacevolmente fredda. Da dove arrivino non si sa... ed è qui che aleggia il mistero. Forse sono risucchi del movimento d'aria prodotto dalle onde, laddove si insinuano nel sottosuolo, generando appunto correnti fredde che poi sbucano dove possono. Certo è che la gente usa i RAFFRISCATURI per rinfrescare le abitazioni e per conservare alcuni cibi, con la funzione di un frigorifero naturale che non ha eguali al mondo. Non c'è modo migliore di godersi la sensazione di un "raffriscaturi" se non dopo aver fatto una bella immersione calda nelle pozze di acque sulfuree dell'isola... non a caso chiamate "Chiappe Lisce".😄😄



PH SAILINKCHARTER.IT
Like all the Aeolian islands, Alicudi - the more distant "sister" to the west of the archipelago - is also a volcano. Even though it has been extinguished for centuries, it still shows the shape and charm of this type of mountains of fire. In fact, the island represents only the top (the rest of the mountain's body is submerged 1000 meters underwater). A land born from fire therefore, and a land of heat and sun for the very few tourists and residents who dare to step on its stony soil.

Few humans have the courage to arrive and live there. In fact, Alicudi is a gigantic mule track. There are no roads, only a very long, rocky flight of steps that goes from the docking port to the top of the mountain - called Filo dell'Arpa, not because of the musical instrument harp but of the low flight (filo) of the buzzard bird (in Sicilian: "arpazza"). You climb on foot, or with the help of donkeys and mules, if you have to carry heavy luggage. There are no shops, just a grocery store. In short, few comforts and many inconveniences. Now, imagine climbing up the over 300 steps, under a scorching sun, perhaps in the middle of summer... with just a bottle of water you bought down at the port which gradually gets hotter and hotter. How to find refreshment?

Thanks to the RAFFRISCATURI (the coolers). This is an incredible natural phenomenon that occurs here and there along the perimeter of the island, mostly at low altitude. From some cracks in the ground, from manholes, from under some rocks, from the openings of certain caves, currents of pleasantly cold air come out. Where they come from is unknown... and this is where the mystery lingers. Perhaps they are just sucked-in movements of the air produced by the sea waves, when they insinuate themselves under the cliffs, generating cold underground currents that then emerge where they find space. What is certain is that people use these coolers to cool homes and to preserve some foods, with the function of a natural refrigerator that has no equal in the world. There is no better way to enjoy the sensation of "cooling off" with a RAFFRISCATURI than after having taken a nice hot dip in the pools of sulphurous waters on the island... not surprisingly called "Chiappe Lisce" (Smooth Butts)!