martedì 10 dicembre 2024

ARAGONA

 

PHOTO Carmelo Cavaleri


Il 6 gennaio 1606 il conte Baldassarre Naselli III fondava, nel cuore della Sicilia, il feudo di Dièsi costruendovi un palazzo signorile e un borgo intorno, che presto prese il nome della madre spagnola del suo signore, Aragona.

Retto dalla famiglia Naselli per ben due secoli, il borgo si sviluppò in una cittadina che oggi conta circa 9000 abitanti e fa parte del territorio di Agrigento. L'economia del feudo si basò quasi sempre sui prodotti agricoli ma nel Novecento - grazie allo sfruttamento delle miniere di zolfo - il lavoro degli abitanti dipendeva quasi esclusivamente da questo. Anche la famiglia dello scrittore Luigi Pirandello possedeva delle miniere nella zona di Aragona.

Il decadimento iniziò a metà XX secolo, quando i metodi estrattivi cambiarono e molte miniere chiusero i battenti. La povertà e l'abbandono dei campi causò l'emigrazione di buona parte della popolazione locale. Un accenno di ripresa si è avuto alla fine degli anni Novanta, quando anche Aragona, come molti centri dell'agrigentino, ha deciso di puntare sul turismo. Lo ha fatto grazie alle vecchie miniere (che suscitano l'interesse degli appassionati di architetture industriali) e grazie alle MACCALUBE.

Le Maccalube (o Macalube), cioè i vulcani di fango, ad Aragona ci sono sempre stati. Ma soltanto a fine XX secolo sono divenuti una attrazione turistica. La Riserva Naturale creata all'occorrenza, e gestita da Legambiente, monitora questi particolari fenomeni vulcanici che -sebbene abbordabili- sono comunque pericolosi. Nel 2014 una improvvisa esplosione uccise due bambini in visita con la famiglia sul posto. Da allora, a causa di lungaggini processuali, il sito è rimasto chiuso. Nel 2024 è stata stabilita la "non responsabilità" di Legambiente nella disgrazia e oggi si parla di prossima riapertura possibile. Il termine Maccalube deriva dall'arabo "Maqlub" che significa "rivoltamento" e indica proprio il rivoltamento della terra che espelle all'esterno ciò che di solito sta nel sottosuolo. Per saperne di più sulla Riserva Naturale delle Maccalube IL SITO DA VISITARE E' QUESTO.

COME ARRIVARE E COSA VEDERE IN CITTA'

Aragona e le Maccalube si raggiungono da Catania e da Palermo tramite l'autostrada A19, con uscita Agrigento per immettersi nella Statale SS 189. Il centro dista circa 2 ore da entrambi gli aeroporti principali (Fontanarossa di Catania e Falcone&Borsellino di Palermo). Oltre ai famosi vulcanetti, vale la visita anche al centro storico della cittadina dove potrete ammirare: l’antico Palazzo Baronale - Palazzo Naselli,  la Chiesa del Rosario con all’interno un soffitto ligneo del ‘700 e un tesoro di ex voto custodito in sacrestia. Tra le reliquie custodite qui, anche una preziosa reliquia contenente un lembo della Sacra Sindone. Visitate anche la Chiesa Madre dal nome particolare. Infatti è forse una delle poche chiese in Europa dedicata ai Santi Tre Re (i Magi che visitarono Gesù).


photo by Typicalsicily


On January 6th, 1606, Count Baldassarre Naselli III founded the fiefdom of Dièsi in the very heart of Sicily, building a stately mansion and a surrounding village, which soon took the name of its lord's Spanish mother, Aragona.

Ruled by the Naselli family for two centuries, the village developed into a town that today has about 9,000 inhabitants and is part of the territory of Agrigento. The economy of the fiefdom was almost always based on agricultural products, but in the 20th century - thanks to the exploitation of sulfur mines - the work of the inhabitants depended almost exclusively on this. The family of the Nobel writer Luigi Pirandello also owned mines in the Aragona area.

The decline began in the mid-twentieth century, when the extraction methods changed and many mines closed their doors. Poverty and the abandonment of the fields caused the emigration of a large part of the local population. There was a hint of recovery at the end of the 1990s, when Aragona, like many other towns in the Agrigento area, decided to focus on tourism. It did so thanks to the old mines (which arouse the interest of fans of industrial architecture) and thanks to the MACCALUBE site.

Maccalube (or Macalube), that is, the mud volcanoes, have always existed in Aragona. But only at the end of the 20th century did they become a tourist attraction. The Natural Reserve created for the purpose, and managed by Legambiente Association, monitors these particular volcanic phenomena which - although easily approachable - are still dangerous. In 2014, a sudden explosion killed two children who were visiting with their family on the site. Since then, due to lengthy legal proceedings, the site has remained closed. In 2024, Legambiente was declared "not responsible" for the tragedy and today there is chance of reopening soon. The word Maccalube derives from the Arabic "Maqlub" which means "turning" and indicates the turning of the earth that expels outside what is usually underground. To learn more about the Maccalube Nature Reserve GO VISIT THIS WEB SITE.

HOW TO GET THERE AND WHAT TO SEE IN TOWN

Aragona and the Maccalube can be reached from Catania and Palermo via the A19 motorway,  Agrigento exit, to then join the SS 189 state road. The town is about 2 hours away from both main airports (Fontanarossa in Catania and Falcone&Borsellino in Palermo). In addition to the famous volcanoes, it is also worth visiting the historic centre of the town where you can admire: the ancient Palazzo Baroniale - Palace Naselli, the Church of the Rosary with an 18th century wooden ceiling inside and a treasure of votive offerings kept in the sacristy. Among the relics kept here, there is also a precious relic containing a piece of the Holy Shroud. Also visit the Main Church with its unusual name. In fact, it is perhaps one of the few churches in Europe dedicated to the Holy Three Kings  who visited Jesus at birth.

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