Secondo la tradizione della Commedia dell'Arte (XVI secolo) la maschera del carnevale che rappresenta la Sicilia è quella di Peppe Nappa. Di origine incerta - pare sia messinese, ma Palermo e Agrigento lo rivendicano come proprio - Peppe Nappa (foto piccola in basso) è rappresentato da un giovanotto trasandato, vestito in abiti troppo larghi, e sempre ritratto in atteggiamenti pigri e scanzonati. Il suo carattere di fatto è quello di un uomo sonnolento, buffo ma anche capace di improvvisi lampi di genio. Il nome deriva da Giuseppe (Peppe) e dalla parola siciliana per "toppa" (Nappa). Per l'esattezza si tratta di una toppa particolare da apporre sui pantaloni.
Se Peppe Nappa è stato "la" maschera siciliana per quasi tre secoli, da quando si sono sviluppati i carnevali storici dell'isola - Acireale, Paternò, Sciacca, Misterbianco - altre maschere si sono aggiunte alla tradizione. Dal XIX secolo in poi, quindi, il carnevale siciliano vede apparire anche diavoli (U Riaulicchiu di Corleone), vecchi (La Vecchia di li Fusa a Modica, U Nannu e a Nanna di Termini Imerese) e buffe prese in giro dei nobili (U Baruni, a Paternò).
Nel catanese spicca la maschera tipica del Carnevale di Acireale, una gattina che suona il violino, che nel tempo ha sostituito la figura dell'Abatazzu, un personaggio strampalato che si vestiva in abiti strani e prendeva in giro nobili e clero. Ancora di moda è invece una particolare maschera palermitana, che si vede nel carnevale di Mezzojuso, e si chiama "Mastro di Campo" (foto grande). La maschera richiama un fatto veramente accaduto nel 1400, quando la vedova di Re Martino il Giovane, Bianca di Navarra,
rifiutò di cedere la reggenza della Sicilia a Bernardo Cabrera, conte di Modica. Cabrera, diede quindi l'assalto al castello di Solanto, presso Palermo, dove si era rifugiata la regina. Nella fantasia popolare, però, al contrario, il conte Cabrera diventa un eroe che salva la regina e ne conquista il cuore. Resta invece soltanto un ricordo la maschera della Vecchia di li Fusa, tipica del sud della Sicilia. La maschera rappresentava una strega che cuciva senza sosta. Il filo del suo fuso era magico, e tesseva di fatto il destino degli uomini.
According to the tradition of the Comedy of the Art (16th century) the mardi-gras carnival mask that represents Sicily as a region is Peppe Nappa. Of uncertain origin - he seems to be from Messina, but Palermo and Agrigento claim him as their own - Peppe Nappa (small photo above) is represented by a scruffy young man, dressed in too loose clothes, and always portrayed in lazy and light-hearted attitudes. His character is in fact that of a sleepy, funny man but also capable of sudden flashes of genius. The name comes from Giuseppe (Peppe) and the Sicilian word for "patch" (Nappa). To be exact, it is a particular patch to be placed on the trousers.
If Peppe Nappa was "the" Sicilian mask for almost three centuries, since the island's historical carnivals - Acireale, Paternò, Sciacca, Misterbianco - started, other masks have joined the tradition. From the 19th century onwards, therefore, the Sicilian carnival also sees devils appear (U Riaulicchiu of Corleone), and old people (La Vecchia di li Fusa in Modica, U Nannu and a Nanna of Termini Imerese) and funny teasings of the noblemen (U Baruni , in Paternò).
In the Catania area, the typical mask of the Carnival of Acireale stands out. It represents a kitten playing the violin, which over time has replaced the figure of the Abatazzu, a bizarre character who dressed in strange clothes and made fun of the nobles and clergy. Still in use is a particular Palermitan mask, which can be seen in the Mezzojuso carnival, and is called "Mastro di Campo" -Master of the Court (large photo). The mask recalls a fact that really happened in 1400s, when the widow of King Martino the Young, lady Bianca di Navarra, refused to give the regency of Sicily to Bernardo Cabrera, count of Modica. Cabrera then attacked the castle of Solanto, near Palermo, where the queen had taken refuge. In popular fantasy, however, on the contrary, Count Cabrera becomes a hero who saves the queen and wins her heart. Instead, only a memory remains of the mask of Vecchia di li Fusa (the Old Spindle Lady), typical of southern Sicily. The mask represented a witch who sewed without stopping. The thread of her spindle though was magical, and actually spun the fate of men and women!
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