Il Carnevale è festa di popolo da sempre. Nasce proprio per permettere al popolo di sfogarsi, di divertirsi liberamente, senza distinzioni tra ricchi e poveri, anziani e giovani.
Anche le maschere nascono per eliminare differenze sociali, per nascondere i nobili che si mescolavano ai poveri e i poveri che osavano entrare nei palazzi dei nobili.
In Sicilia, questi tre giorni che precedono la lunga penitenza quaresimale sono da sempre stati caratterizzati da giochi e gare particolari oggi purtroppo quasi del tutto spariti. La tradizione antica ricorda, ad esempio, la gara degli indovinelli: si raccontavano indovinelli in siciliano, spesso metafore a doppio senso, e vinceva chi ne capiva di più e prima degli altri. C'erano le gare della Ntinna, un alto palo spalmato di olio o di grasso sul quale ci si doveva arrampicare per raccogliere il premio appeso in cima.
I bambini si divertivano a giocare la Corsa di Arlecchino, una gara a chi per primo riuscisse ad acciuffare la finta coda legata al vestitino del compagnetto. E ancora ... la gara del lancio del formaggio, la "danza degli schiavi" in cui si trascinavano con sé nel ballo tutte le persone che si incontravano per strada, la danza dei Balla Virticchi a ritmo di tamburi africani. E poi la classica caccia al tesoro ma anche lo Scherzo del Cappello, arrivato fin quasi ai giorni nostri: un paio di buontemponi fermavano una persona e le davano da parlare mentre un complice calava da un balcone un filo legato a una molletta. Un quarto complice attaccava la molletta al cappello o alla parrucca o alla maschera della vittima che veniva così privata del prezioso copricapo in un secondo.
Il carnevale è una festa libera che nasce dal popolo e per il popolo. Non dovrebbe esistere un carnevale a pagamento, che seleziona i più ricchi e i meno ricchi. Non dovrebbe esistere punto e basta. E non importa se altri lo fanno ... gli altri sbagliano. Gli altri hanno snaturato il carnevale. In Sicilia, un carnevale in cui si paga per divertirsi, non dovrebbe essere nemmeno pensato.
The Mardi-Gras Carnival has always been a feast for the people. It was born to allow the people to relax, to have fun freely, without distinction between rich and poor, elderly and young.
Even the masks were born to eliminate social differences, to hide the nobles who mingled with the poor and the poor who dared to enter the palaces of the nobles.
In Sicily, these three days that precede the long Lent penitence time have always been characterized by games and particular competitions, unfortunately today almost completely disappeared. The ancient tradition recalls, for example, the contest of riddles: they told riddles in Sicilian dialect, often stupid metaphors with sexual references, and those who could guess more and before any other around, would win. There were the competitions of the Ntinna, a tall pole smeared with oil or grease on which one had to climb in order to collect the prize hanging on top.
The children enjoyed playing the Harlequin Race, where one had to catch for first the fake tail tied to the dress of the friends. And yet ... the launch of the cheese, the "dance of the slaves" in which you could drag into the dance anyone you met in the street, the dance of the Balla Virticchi based on the wild rhythm of African drums. And then the classic Treasure Hunt but also the Joke of the Hat, a tradition this one that has arrived almost to the present day: a couple of friends stops a person and starts talking to him/her while a partner on a balcony drops a wire tied to a clothespin. A fourth partner then attaches the clothespin to the hat or wig or mask of the victim who is thus fooled!
Carnival is a free party that comes from the people and for the people. There should not be money to pay for entering a carnival feast, there should not be a selection between the rich and the less rich. And it doesn't matter if others do that ... others could make mistakes. Others maybe have distorted the carnival's real meaning. In Sicily, a feast in which you pay for having fun, should not even be imagined.
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