giovedì 20 luglio 2023

In Sicilia l'integrazione (non) esiste - Sicily, where integration does (not) exist

 

photo grazia m for Sicilia MC


La parola "integrazione" in Sicilia non esiste. NON PUO' esistere. Non ha senso.

La Sicilia nasce essa stessa da una millenaria integrazione di popoli, religioni e culture. Voler insegnare "l'integrazione" ai siciliani sarebbe come voler insegnare la parola "dolci" a un pasticcere, o come voler insegnare a un meccanico cosa è un "motore".

Intendiamoci ... la Sicilia fa parte dell'Italia e dell'Europa, e come tale segue le mode e le tendenze del continente. Se tutti vanno alla crociata, ci vanno pure i siciliani. Se tutti dicono che gli immigrati sono brutti e cattivi lo diranno anche i siciliani. Però....

Però mentre Federico II guidava i siciliani alle crociate, affidava la costruzione dei propri palazzi ad architetti arabi ed emanava leggi che lasciavano la libertà di culto agli arabi e agli ebrei rimasti sull'isola. E così è ancora oggi. Ad ogni angolo di strada troverete "siciliani patriottici" che gridano "prima gli italiani", votano i partiti conservatori e chiamano gli immigrati "delinquenti". Ma una volta lasciato l'angolo della strada e tornati alle loro case... ognuno di quei siciliani avrà un amico senegalese, una fidanzata marocchina, un dipendente albanese, un socio in affari rumeno, con i quali andrà d'amore e d'accordo.

L'integrazione, qui da noi, si fa. Non si dice. Noi accogliamo gli stranieri sempre e comunque, anche mentre ci lamentiamo di loro e facciamo finta di odiarli. Perchè noi stessi siamo frutto di integrazioni millenarie e la "diversità" l'abbiamo nel sangue. 

Andate alle isole Eolie in inverno, quando i turisti partono e restano poche centinaia di abitanti. Di questi abitanti il 40% sono albanesi, rumeni, marocchini o tunisini. Andate a Enna o a Caltanissetta, province che vivono di agricoltura: i circoli cittadini e le sedi dei sindacati mostrano insegne scritte in italiano, arabo e rumeno. Andate a Mazara del Vallo, dove oggi si candidano al consiglio comunale cittadini italiani che di cognome fanno Abdulabbas, Mansour, Sahid. Andate a Mussomeli (Caltanissetta), a Sambuca di Sicilia (Agrigento), a Gallodoro (Messina), a Vittoria (Ragusa) ... dove mancano i medici, i contadini e gli operai ... e i sindaci li fanno arrivare da Cuba, Argentina, Siria e Marocco. Ad Agrigento abbiamo il cimitero musulmano. A Catania la più grande moschea del sud Italia. A Palermo è tornata la comunità ebraica e la sinagoga.

Tutto questo mentre i vertici del potere inneggiano alla purezza della razza e allo stop alle migrazioni.

Ma le migrazioni non si possono fermare. E nessuno meglio di noi siciliani sa che portano solo ricchezza. Per questo da noi l'integrazione (non) esiste.



The word "integration" does not exist in Sicily. It CANNOT exist. It does not make any sense.

Sicily itself was born from a millenary integration of peoples, religions and cultures. Trying to teach "integration" to Sicilians would be like wanting to teach the word "sweets" to a pastry chef, or like wanting to teach a mechanic what an "engine" is.

Of course ... Sicily is part of Italy and Europe, and as such it also follows the fashion and trends of the continent. If everyone goes to the crusades, so will Sicilians. If everyone says that immigrants are ugly and bad people, Sicilians will say it too. BUT ....

BUT while Frederick II was leading the Sicilians to the crusades, he entrusted the construction of his palaces to Arab architects and issued laws which gave freedom of worship to the Arabs and Jews who remained on the island. And so it is, still today. At every street corner you will find "patriotic Sicilians" shouting "Italians first!", voting for conservative parties and calling immigrants "criminals". But once they leave the street corner and return to their homes... each of those Sicilians will have a Senegalese friend, a Moroccan fiancée, an Albanian employee, a Romanian business partner, with whom they will get along very well.

Integration, here, is something YOU DO. Not just something you talk about. We always welcome foreigners, even while we complain about them and pretend to hate them. Because we ourselves are the result of millenary integrations and "diversity" is in our blood.

Go to the Aeolian Islands in winter, when the tourists leave and a few hundred inhabitants remain. Of these inhabitants, 40% are Albanian, Romanian, Moroccan or Tunisian. Go to Enna or Caltanissetta, districts that live off agriculture: the city clubs and trade union offices show signs written in Italian, Arabic and Romanian. Go to Mazara del Vallo, where Italian citizens with surnames as Abdulabbas, Mansour, Sahid are running for city council today. Go to Mussomeli (Caltanissetta), Sambuca di Sicilia (Agrigento), Gallodoro (Messina), Vittoria (Ragusa) ... where doctors, farmers and workers are missing ... and the mayors bring them from Cuba, Argentina, Syria and Morocco. In Agrigento we have the Muslim cemetery. In Catania there is the largest mosque in southern Italy. The Jewish community and the synagogue are back in Palermo.

All this happens, while the leaders of power praise the purity of the race and the stop to migrations.

But migrations cannot be stopped. And no one knows better than us Sicilians that they only bring wealth. This is why integration, here does (not) exist.

Nessun commento:

Posta un commento