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Li accomuna una parola, un termine con una radice araba - qalat - che sta per "castello". Oggi molti di quegli antichissimi castelli non esistono più e rimane solo quel nome a ricordarli. Un nome che però cambia, che si adegua alle caratteristiche del territorio, o delle storie umane di chi lo abita. La Sicilia è piena di questi "castelli arabi", di città e paesini chiamati Calta- o Calat- e che sono stati, un tempo, piccoli regni autonomi. Sono tantissimi, disseminati per l'isola, ma alcuni sono ormai famosi in tutto il mondo, grazie al turismo. Sapevate di aver visitato il "castello delle donne"? O di essere passati in macchina dal Palazzo di Eufemio? O ancora di aver ammirato il panorama del "castello delle querce"? Scoprite dove e quando ciò è avvenuto.
CALTAGIRONE (qalat al-girani) è sicuramente la più famosa. Nella foto in alto vedete la spettacolare scalinata di oltre 100 gradini decorati con le ormai mitiche ceramiche tipiche del posto. La terracotta con cui da millenni si producono queste meraviglie, a Caltagirone, arriva da antiche grotte e fosse, e infatti il suo nome arabo significa "il castello delle grotte". Secondo altre fonti invece significa semplicemente "il castello di Gelone" con riferimento al noto tiranno greco gelese che pare avesse qui una residenza.
CALTANISSETTA (qalat al-nisa) era anticamente un harem molto importante, conosciuto in tutta l'isola. Il suo nome infatti significa "castello delle donne". Ma questo tranquillo capoluogo, addormentato tra campi di grano e chiese barocche fu fondato da bizantini provenienti dall'Anatolia (detta anche Nixa) e quindi forse il nome arabo significa soltanto "castello dei nixeni". Lasciamo al vostro romanticismo la scelta!
CALTAVUTURO (qalat vultur) è una cittadina in provincia di Palermo abbellita da chiese e palazzi medievali. Sopra i tetti di queste costruzioni volteggiano rapaci, forse anticamente anche avvoltoi "vulturi", da cui il nome "castello degli avvoltoi".
CALTABELLOTTA (qalat al-ballut....vedi foto in basso) è il "castello delle querce" in provincia di Agrigento. Famoso per il trattato di pace che nel 1302 pose fine alle violenze dei Vespri contro i francesi, oggi vanta bellissime necropoli di epoca Sicana nel suo territorio.
CALATAFIMI (qalat al-fmi) o "il castello di Eufemio" è la cittadina del trapanese che fa capo ai meravigliosi scavi di Segesta. Non si sa chi fosse questo Eufemio, già noto qui al tempo dei Bizantini, ma oggi i turisti arrivano per ammirare templi, teatri antichi e palazzi storici di rara bellezza.
CALATABIANO (qalat Bian) o "il castello di Biano" sorge tra Catania e Taormina, e domina il mare con i ruderi dell'antico maniero e un piccolo santuario dalla cima della collina. In estate viene preso d'assalto per le sue spiagge chilometriche che anticipano la bellezza di quelle taorminesi.
CALASCIBETTA (qalat al-shibitt) si trova di fronte alla città gemella di Enna e un tempo doveva essere profumata, dato che il suo nome sta per "castello di aneto". Si passa di qui andando da Enna a Piazza Armerina, per ammirare il centro storico ricco di chiese antiche e le necropoli bizantine sparse nei suoi dintorni.
PHOTO TIBERIO FRASCARI |
They all have one word in common, a term with an Arabic root - qalat - which stands for "castle". Today many of those ancient castles no longer exist and only that name remains to remember them. A name that changes, however, and adapts to the characteristics of the territory, or to the human stories of those who live there. Sicily is full of these "Arab castles", of cities and towns called Calta- or Calat- which were once small autonomous kingdoms. There are many, scattered around the island, but some are now famous all over the world, thanks to tourism. Did you know that you have visited the "castle of women"? Or you have driven by the Palace of Euphemius? Or even you have admired the panorama of the "castle of oaks"? Find out where and when this happened.
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