Castel di Judica è un piccolo comune della
provincia di Catania, situato ai piedi del Monte Judica. Abitato fin dalla
preistoria, sappiamo che fu un centro molto importante sotto il dominio Arabo,
con tanto di castello fortificato che fu poi conquistato da Ruggero nell'anno
1076. Castel di Judica perse la sua autonomia nel 1816, quando divenne frazione
della città di Ramacca, col nuovo nome di Giardinelli. Riprese l'antico nome e
la propria autonomia comunale nel 1934.
Ma quel che incuriosisce è il nome
"Judica". Ricorda infatti la parola latina per indicare i
"giudei", gli Ebrei.
La Sicilia - come tutte le altre nazioni
cristiane - cacciò gli Ebrei dal proprio territorio nel 1492. Contrariamente ad
altre regioni d'Europa, in cui alla fine delle persecuzioni gli Ebrei fecero
ritorno, sull'isola non misero più piede per secoli. Ancora oggi si contano
solo delle piccolissime comunità ebraiche - a Palermo e, la più grande, a
Siracusa - ma la religione e la cultura di questo popolo pare siano sparite per
sempre dalla Sicilia.
Restano solo i nomi che li ricordano: la
zona della Giudecca, a Trapani, il secondo nome del fiume Amenano (Judicello)
e, appunto, il toponimo di Castel di Judica.
Data la vicinanza con Agira, centro dove
in passato esisteva una importante comunità ebraica (è ad Agira che si conserva
ancora oggi l'altare ebraico più antico d'Europa), è possibile che la località
di Castel di Judica sia stata utilizzata anticamente come ghetto, e dunque come
"giudecca" (judecca). Secondo altre fonti, invece, il nome viene
direttamente dall'antica denominazione di Castel di Judica, Zotica, che
potrebbe avere due derivazioni: o la stessa parola araba Sadiq (che vuol dire:
autentico) o la traduzione dell'antico toponimo greco Zotikòs (pieno di vita).
Non si saprà mai se Judica sia mai stata
veramente giudea, anche perché non sono rimaste tracce fisiche del passaggio
del popolo ebraico da questi luoghi. Ma nei nomi aleggia ancora il dubbio. La
strada che collega il paese al vicino Monte Judica nel medioevo si chiamava
"Transitus Judaicus" e ancora oggi i più anziani usano chiamarla
così, "via dei Giudei". Inoltre, la località detta Camopietro pare
abbia come radice la parola El Qamah (il gran consiglio degli anziani, nella cultura
ebraica).
Storie e leggende, però,
richiamano quasi soltanto al periodo della dominazione Araba. Ad esempio, la
zona oggi chiamata "Salto della Vecchia" ricorda l'atto eroico di una
giovane donna di Caltagirone che tentò di introdursi nel feudo di Judica per
aprire le porte dall'interno all'esercito cristiano. Si era travestita da
vecchia mendicante, ma fu scoperta dagli Arabi e gettata in un dirupo. Secondo
un'altra leggenda simile, la giovane donna coraggiosa fu catturata e venduta ad
un califfo.
Castel di Judica is a small town in the district of Catania,
located at the foot of Mount Judica. Inhabited since prehistoric times, we know
that it was a very important centre under Arab rule. It also had a fortified
castle which was then conquered by Count Roger of Sicily in 1076. Castel di
Judica lost its autonomy in 1816, when it became a part of the city of Ramacca,
with the new name of Giardinelli. It resumed both the old name and its
municipal autonomy in 1934.
But what intrigues us is the name
"Judica". In fact, it remembers the Latin word for "Jews".
Sicily - like all the other Christian
nations - expelled the Jews from its territory in 1492. The difference with
other regions of Europe, where the Jews did return at the end of the
persecutions, is that they did not set foot on the island again, for centuries.
Even today there are only very small Jewish communities - in Palermo and, the
largest one, in Syracuse - but the religion and culture of these people seems
to have disappeared from Sicily forever.
Only the names that remember them still
remain: the Giudecca area, in Trapani, the second name of the Amenano river
(Judicello) and, in fact, the toponym of Castel di Judica.
Given the proximity to Agira, a town where
in the past there was an important Jewish community (in Agira is still
preserved the oldest Jewish altar in Europe), it is possible that Castel di
Judica was used in ancient times as a ghetto. That is a "giudecca"
(judecca). According to other historical news, however, Judica comes directly
from the ancient Arabic name, Zotica. This word could have two derivations:
either the same Arabic word Sadiq (which means: authentic) or the Arabic
translation of the ancient Greek toponym Zotikòs (lively, full of life).
We will never know for sure if Judica was
ever truly Jewish, also because there are no physical traces of the passage of
the Jewish people from these places. But doubt still lingers in the names,
here. The road that connects the town to the nearby Mount Judica in the Middle
Ages was called "Transitus Judaicus" and still the oldest people use
to call it this way, "the road of Jews". Furthermore, the locality
called Camopietro seems to have the word El Qamah (the great council of the
elderly, in Jewish culture) as its root.
Stories and legends, however, almost only
refer to the period of the Arab domination. For example, the area now called
"Salto della Vecchia" (the Old Lady Jump) reminds of the heroic act
of a young woman from Caltagirone who attempted to enter the fiefdom of Judica.
She wanted to open the city doors from inside to let the Christian army in. She
had disguised herself as an old beggar, but was discovered by the Arabs and
thrown down the cliff. According to another similar legend, the brave young
woman was captured and sold to a caliph as his personal slave.
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