sabato 14 marzo 2020

Valguarnera Caropepe




Questo delizioso paesino della provincia di Enna condivide con Mongiuffi Melia la triste e ingiusta fama di "paese zotico". Gli abitanti della città e della costa, infatti, indicano i "carrapipari" (gli abitanti di Valguarnera Caropepe) come "zzauddi" ovvero ignoranti e maleducati. Il pregiudizio nasce dal fatto che, come Mongiuffi, si tratta di un piccolo centro isolato nel cuore -già isolato di suo- della Sicilia.

Impossibile pensare di poter andare a conoscere Valguarnera Caropepe, o "Carrapipi" come lo chiamano semplicemente in tanti. E anche a vederlo da lontano, enorme panorama di casette-labirinto, che cancella del tutto la collina ... questo luogo sembra tutto tranne che bello e interessante. Ma è un errore sottovalutarlo.

Valguarnera Caropepe era abitato fin dalla preistoria come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici tutto intorno. Deve il suo nome al colle Caropepe, parola che pare derivi romanticamente dall'arabo Quarya Habibi (villaggio del mio amato). Sicuramente portavano questo nome anche i primi feudatari, registrati storicamente qui fin dal 1200. Nel XIV secolo, lo spagnolo Simeone De Valguarnera divenne il nuovo signore, aggiungendo il proprio nome al castello e al paese che intanto era sorto tutto intorno.

Dopo un periodo di crescita economica, dovuta alle miniere di zolfo circostanti, a inizio XX secolo Valguarnera ha subito il dramma della emigrazione di massa e da 15.000 abitanti è scesa a 7.000. Oggi la gente qui vive di agricoltura e il turismo non è certo il motore principale del posto. Ma i monumenti interessanti non mancano.

A Valguarnera Caropepe si trovano numerose necropoli preistoriche e un monolite sacro, risalente al VIII secolo avanti Cristo, che è un esemplare unico in tutta la Sicilia, ne è ulteriore testimonianza. L'epoca Greco-Romana ha lasciato al paese strade e mura difensive oggi quasi del tutto sparite. Parti delle antiche mura sono attualmente inglobate nelle chiese (l'abside di San Francesco, i campanili delle chiese di Sant'Antonio e Sant'Anna). Del trecentesco castello feudale non resta nulla, ma si può ammirare ancora parte del suo stile nelle rovine dell'ex cappella, detta U Cummintazzu (il conventaccio). Bellissimo il centro storico, tra palazzine barocche e liberty, tra cui svetta la chiesa madre di San Cristoforo (1630) che imita nella struttura la ben più famosa cattedrale di Catania.

Per finire, una curiosità: sul palazzotto chiamato Castello Gresti è incisa una scritta misteriosa in una lingua che nessuno, dal Medioevo a oggi, ha mai saputo decifrare. Narra la leggenda che riuscirà a farlo solo un "misterioso cavaliere su un cavallo bianco che passerà accanto al castello al galoppo". Il paese attende ancora questo evento...!


This lovely little town in the district of Enna shares with Mongiuffi Melia the sad and unfair fame of a "rude town". The inhabitants of the cities and of the coast, in fact, indicate the "carrapipari" (the inhabitants of Valguarnera Caropepe) as "zzauddi" that is ignorant and not educated. The prejudice stems from the fact that, like Mongiuffi, this is a small isolated town in the heart - already isolated of its own - of Sicily.

Impossible to think of a touristic visit to Valguarnera Caropepe, or "Carrapipi" as many people simply call it. As you see it from a distance, a huge panorama of labyrinth-houses, which completely erases the hill ...the place seems anything but beautiful and interesting. But it is a mistake to underestimate it.
Valguarnera Caropepe was inhabited since prehistoric times as evidenced by numerous archaeological ruins all around. It owes its name to the Caropepe hill, a word that seems to derive romantically from the Arabic "Quarya Habibi" (village of my love). Certainly the first feudal lords, historically registered here since 1200, also bore this name. In the 14th century, the Spaniard knight Simeone De Valguarnera became the new lord, adding his name to the castle and to the village that had sprung up in the meantime.
After a period of economic growth, due to the surrounding sulfur mines, at the beginning of the 20th century Valguarnera suffered the drama of mass emigration and from 15,000 inhabitants it fell to 7,000. Today the people here live on agriculture. Tourism is certainly not the main economic engine of the place. But interesting monuments are not lacking all around.
In Valguarnera Caropepe there are many prehistoric necropolises. A sacred monolith, dating back to the 8th century BC, which is a unique example all over Sicily, is further evidence of this. The Greek-Roman age left defensive roads and walls to the town, which today have almost completely disappeared. Parts of the ancient walls are currently incorporated in the churches (the apse of San Francesco church, the bell towers of the churches of Sant'Antonio and Sant'Anna). Nothing remains of the 14th century feudal castle, but part of its style can still be admired in the ruins of the former chapel, called U Cummintazzu (the ugly monastery). The historic heart of the town is beautiful, filled with  baroque and art-nuveau buildings, including the main church of San Cristoforo (1630) which imitates in the structure the much more famous cathedral of Catania.

Finally, a curiosity: a mysterious writing is engraved on the building called Castello Gresti. It is written in a language that no one, from the Middle Ages to nowadays, has ever been able to decipher. Legend has it that only a "mysterious knight on a white horse, who will pass by the castle galloping" will be able to solve the mystery and read those words. The town seems to be still waiting for this event ...!

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