domenica 16 ottobre 2022

Le donne siciliane che sfidarono la guerra - How Sicilian women opposed war

 



Fino agli anni Ottanta del XX secolo, la televisione, il cinema e la cronaca hanno dipinto le donne siciliane come fantasmi neri, muti, oppressi e sottomessi, senza volontà e senza capacità di reagire. Erano le disinibite donne del nord che venivano a insegnare loro "la civiltà". Senza sapere, invece, di avere davanti delle vere e proprie ribelli, delle guerriere, leonesse che sapevano quando e come sollevarsi e ruggire. Solo che non erano abituate a farlo a comando, perchè "così fan tutte"... ma quando era giusto e conveniente per loro.

Sono moltissime le figure rivoluzionarie al femminile, in Sicilia. E ancor di più sono le donne semplici, le popolane, che nel corso dei secoli hanno fatto sentire la propria voce, lottando con la forza di veri soldati per ottenere quel che volevano.

Restano famose nella storia dell'isola le rivolte "pacifiste" del 1916. Rivolte portate avanti dalle donne in molte parti della Sicilia, non tanto per spirito cristiano contro la guerra, ma per non vedersi strappari mariti e figli ... lasciandole così da sole a gestire fattorie, campi e pescherecci che fino a quel momento erano stati nelle mani dei loro uomini. Nel gennaio 1916 furono le donne di Sciacca (Agrigento) a iniziare le proteste contro la guerra. Seguirono le donne di Raffadali, di Cammarata, di Campobello, di Ribera e delle campagne ragusane. Anche se non ebbe alcun effetto, purtroppo, sull'evento della I Guerra Mondiale che ebbe luogo comunque, fu un movimento pacifista molto duro. Tante finirono in galera, altre vennero additate come "agitatrici" ed emarginate nei loro paesi. Movimenti simili si ebbero all'inizio degli anni Venti e nel 1944, in pieno secondo conflitto mondiale, quando a Ragusa le donne si stesero davanti alle ruote dei camion con sopra i loro uomini costretti militari. Una di esse, Maria Occhipinti, era incinta al quinto mese ma non ebbe paura ad affrontare quel pericolo, al grido di "Non si parte!", che sarebbe divenuto lo slogan di una potente ondata antimilitarista.

Ma le donne hanno imbracciato forconi e fucili anche per combattere al fianco dei Garibaldini (1860), contro i Borbone nel periodo delle guerre per i diritti dei lavoratori dei campi (1820) e nelle rivolte legate alle guerre tra spagnoli e francesi nel XVIII secolo. Tutt'altro che povere deboli femmine sottomesse, quindi ... !


Until the 1980s, television, cinema and news portrayed Sicilian women as black ghosts, mute, oppressed and submissive, without will and without the ability to react. It was the uninhibited women of the north who came to teach them "civilization". Without knowing, on the other hand, that they were facing real rebels, warriors, lionesses who knew when and how to rise and roar. They just weren't used to doing it on command, because "all women do it" ... but when it was right and convenient for them.

There are many female revolutionary figures in Sicily. And even more are the simple women, the commoners, who over the centuries have made their voices heard, fighting with the strength of real soldiers to get what they wanted.

The "pacifist" revolts of 1916 remain famous in the history of the island. Revolts carried out by women in many parts of Sicily, not so much for a Christian spirit against the war, but to avoid having their husbands and children snatched away ... thus leaving them alone to manage farms, fields and fishing boats. In January 1916 it was the women of Sciacca (Agrigento) who started the anti-war protests. The women of Raffadali, Cammarata, Campobello, Ribera and the Ragusa countryside followed. Although it had no effect, sadly, on the World War 1 event that took place anyway, it was a very tough anti-war movement. Many women ended up in jail, others were singled out as "agitators" and marginalized in their hometowns. Similar movements also took place at the beginning of the 1920s and in 1944, in the middle of the World War 2, when in Ragusa the women stretched out in front of the wheels of the trucks with their forced military men on them. One of them, Maria Occhipinti, was pregnant in the fifth month but she was not afraid to face that danger, shouting "No one is leaving!", which would become the slogan of a powerful anti-militarist wave.

But women also took up pitchforks and rifles to fight alongside Garibaldi's troops (1860), or against the Bourbons in the period of the wars for the rights of field workers (1820) and in the revolts related to the wars between the Spanish and the French in the18th century. Anything but poor weak submissive females, so, these proud Sicilian girls!

Nessun commento:

Posta un commento