sabato 4 dicembre 2021

Natale Siciliano, cinque tradizioni - Sicilian Christmas Traditions

 

ACIREALE, Presepe della Grotta (XVII sec)

 

Oggi anche i siciliani si sono adeguati al Natale globalizzato e capitalizzato e su tutto domina "Babbo Natale", la orribile scritta "Xmas" che non ha alcun significato, o le vetrine che scintillano di regali. Ma nei piccoli paesi di campagna, nelle zone più interne dell'isola, resistono ancora tradizioni antiche e romantiche legate alla festa del Natale di Cristo. Tradizioni varie, colorate, simbolo di una cultura come quella siciliana che cambia di città in città ... in una regione che è più di una regione: è un vero pianeta! Eccone cinque che non dovrebbero essere mai dimenticate.

LA NOVENA i nove giorni che precedono il Natale di solito si trascorrono in chiesa, pregando ogni pomeriggio davanti all'immagine di Gesù Bambino. Oppure in casa, davanti al presepe. Immancabile la figura dello zampognaro, che suona la sua cornamusa davanti agli altarini e nelle piazze addobbate a festa.

U Zuccu di Natale

U ZUCCU
in alcune città, specialmente nella Sicilia Orientale, una antica tradizione contadina e pagana si intreccia col simbolo religioso di "Cristo Luce del Mondo". Il falò dello Zuccu (dalla parola araba SUK, tronco) illumina la notte della vigilia e resterà acceso fino al mezzogiorno del 25 dicembre.

MANDARINI NEL PRESEPE, in alcune zone della Sicilia si usa ancora inserire degli agrumi (solitamente mandarini) nel presepe di casa o in quello parrocchiale. I mandarini erano non solo il simbolo del raccolto invernale ma anche il segno che, per quella stagione, il lavoro duro dei campi era terminato. Mettere gli agrumi nel presepe - o bruciarne la buccia per aromatizzare l'aria - era simbolo di festa e di meritato riposo.

A CUNZATA D'A CONA, ovvero l'addobbo dell'altarino. Era usanza - e lo è tutt'ora in alcuni villaggi contadini - addobbare, per Natale, gli altarini e le immaginette della Sacra Famiglia sparse per il territorio con festoni e frutti di stagione. Davanti a ogni "cona cunzata" ci si fermava a pregare o a cantare insieme allo zampognaro le nenie di Natale.

CIBO RICCO questa è una tradizione che non è mai venuta a mancare. Mangiare cibo ricco, e possibilmente farcito, è ancora un modo di far festa nel Natale siciliano. Cosa si mangia? Dipende dalle zone: nel catanese, la scacciata (una pizza chiusa farcita con carne, cipolla, olive, pomodoro, formaggio); a Palermo, u sfinciuni (pane farcito con pomodori, verdura, acciughe, caciocavallo); nel messinese vanno molto i ricchi taglieri di salumi; nella Sicilia Meridionale - tra Ragusa e Agrigento - la ricca e famosa "pasta 'ncaciata" di Montalbano!
(FOTO DI SICILIA MC)


Today even the Sicilians have adapted to the globalized and capitalized Christmas. Over everything
lovely little cribs at home

dominates "Santa Claus", the horrible sign "Xmas" that has no meaning at all, or the windows that sparkle with gifts. But in the small countryside towns, in the innermost areas of the island, ancient and romantic traditions related to the feast of the Nativity of Christ do resist. There are various, colourful traditions, symbols of a culture like the Sicilian one that changes from city to city ... in a region that is more than a region: it is a whole planet! Here are five of these that should never be forgotten.

THE NINE DAYS, the so called "Novena" preceding Christmas. For nine days the people go to church, praying every afternoon in front of the image of Baby Jesus. Or they pray at home, in front of the nativity scene. The figure of the bagpiper shepherd shall never be missing! Bagpipers come playing their instrument in front of the altars and in the festively decorated squares.

U ZUCCU in some cities, especially in Eastern Sicily, this is an ancient peasant and pagan tradition  intertwined with the religious symbol of "Christ the Light of the World". The bonfire of the Zuccu (from the Arabic word SUK, trunk) lights up the night of Christmas Eve and will slowly extinguish at midday of December 25th.

MANDARINS IN THE CRIB, in some areas of Sicily it is still customary to insert citrus fruits (usually mandarins) in the home or parish nativity scene. The mandarins were not only the symbol of the winter harvest but also the sign that, for that season, the hard work was over. Putting citrus fruits in the crib - or burning the peel to flavour the air - was a symbol of celebration for a well-deserved rest.

A CUNZATA D'A CONA, or "the decoration of the altar". It was tradition - and still is today in some peasant villages - to decorate, for Christmas, the small altars and images of the Holy Family scattered throughout the territory. They put festoons, candles and seasonal fruits on and around them. In front of each "cona cunzata" people stopped to pray or sing Christmas chants with the bagpipers.

RICH FOOD this is a tradition that has never failed. Eating rich food, and possibly greatly stuffed!, is still a way to celebrate  Sicilian Christmas. What do we eat? It depends on the area: in the Catania district, they eat scacciata (a closed pizza stuffed with meat, onion, olives, tomato, cheese); in Palermo, they eat u sfinciuni (bread stuffed with tomatoes, vegetables, anchovies, caciocavallo cheese); the rich platters of salame/ham/mortadella are very popular in Messina; in Southern Sicily - between Ragusa and Agrigento - the traditional food is rich and famous "pasta 'ncaciata" so loved by Inspector Montalbano! (ALL PHOTOS BY SICILIA MC)

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