venerdì 9 ottobre 2020

Terme Islamiche di Cefalà Diana - The Arab Bath

 

photo SICILIA MC   2020



Perfino per i siciliani questo nome - Cefalà Diana - è un mistero. Molti non lo avevano mai sentito nominare prima d'ora, eppure in questo minuscolo comune del palermitano (1000 abitanti appena) sorge l'unica testimonianza dell'utilizzo di bagni termali anche in epoca araba.

Si sospettava che gli arabi di Sicilia usassero le terme, ereditate dalla tradizione romana, ma non erano rimaste prove evidenti di questo costume. Gli scavi condotti appena fuori dall'abitato di Cefalà Diana, invece, hanno riportato alla luce un edificio straordinario. Strutturato esattamente come le antiche terme romane - con una vasca per il bagno caldo, una per il bagno freddo e una intermedia - l'edificio dei cosiddetti "Bagni" presenta una splendida architettura islamica. Sicuramente il convogliamento delle acque termali è opera dei romani, ma le mura, le finestre, la volta che copre le vasche sono tipicamente orientali.

Gli studi condotti sui ritrovamenti hanno confermato che quelle terme erano utilizzate in epoca araba, dunque tra il IX e l'XI secolo, elemento che le rende un monumento prezioso e unico. Una curiosità: le acque termali sgorgano dal terreno a 38°C ma oggi vengono immesse nelle vasche tramite un complesso sistema di tubature moderne, che toglie un po' di magia! 


L'accesso è gratuito, ma non sempre è possibile visitarle. Bisogna attendere alcuni eventi particolari in favore del patrimonio culturale (Le Primavere del FAI, le Vie dei Tesori) oppure prenotare per tempo presso il Comune. Gratis anche l'ingresso al bellissimo castello normanno, situato a pochi chilometri di distanza dalle terme. Del maestoso edificio situato sul  Pizzo Chiarastella (670 metri) resta in piedi, ed è visitabile, solo il torrione (donjon) centrale.

Per raggiungere Cefalà Diana: tramite autostrada A19 Palermo-Catania, uscendo o ad Altavilla Milicia oppure a Casteldaccia: la distanza da entrambi i caselli è di 17 km, seguendo le indicazioni verso Agrigento. (foto a cura di Sicilia Muse Culture)


Even for Sicilians this name - Cefalà Diana - is a mystery. Many had never heard of it before, yet in this small town in the Palermo area (just 1000 inhabitants) there is the only evidence of the use of thermal baths even in the Arab age. Scholars suspected that the Arabs of Sicily used the baths, inherited from the Roman tradition, but there was no clear evidence of this custom. The excavations conducted just outside the town of Cefalà Diana, on the other hand, have brought to light an extraordinary building. Structured exactly like the ancient Roman baths - with a hot pool, a cold pool and an intermediate one - the building of the so-called "Bagni" features splendid Islamic architecture. It is sure that the conveyance of the thermal waters is the work of the Romans, but the walls, the windows, the vault that covers the pools were completed later in a typically oriental style.

Studies conducted on the findings have confirmed that those baths were used in the Arab era, therefore


between the 9th and 11th centuries. An element, this one, that makes them a precious and unique monument. A funny curiosity: the thermal waters come to surface at 38 ° C but today they are introduced into the pools through a complex system of modern pipes, which takes away a bit of the magic! Entrance is free, but it is not always possible to visit them. You have to wait for some special events in favour of cultural heritage (The Spring Events of the FAI association, the Vie dei Tesori...) or book in time by contacting  the local Municipality. The entrance to the beautiful Norman castle, located a few kilometers away from the thermal baths, is also free. Of the majestic building on top of Pizzo Chiarastella (670 meters h.), only the central tower
(donjon) remains standing and can be visited.

To get to Cefalà Diana: drive along the A19 Palermo-Catania motorway, exit either at Altavilla Milicia or at Casteldaccia. The distance from both to Cefalà Diana is 17 km, following the signs towards Agrigento. (all photos by Sicilia Muse Culture)

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