Sambuca di Sicilia (Agrigento) è un incredibile mistero. Compare per la prima volta nella storia dell'isola intorno al 1185 quando Guglielmo II cedette alla chiesa di Monreale il territorio di Chabuta Seu Zabut, originariamente appartenuto a un emiro saraceno. Il mistero nasce già dal nome, per alcuni appunto Zabut (nome dell'emiro in questione), per altri al Sabuqah (ovvero: luogo lontano), per altri ancora deriverebbe da Sambukie una antica macchina da guerra medievale.
E i misteri continuano anche nei fantasmi che si aggirano in questa cittadina, da poco eletta uno dei Borghi Più Belli d'Italia. E' un "fantasma" il villaggio arabo che emerge soltanto d'estate dalle acque del vicino lago arancio, Villaggio Mazzallakkhar, le cui rovine testimoniano come il posto fosse stato usato dai saraceni come avamposto militare per moltissimi anni. In estate, quando le acque del lago si abbassano per via del caldo, quelle antiche mura escono allo scoperto per poi sparire all'arrivo delle prime piogge autunnali. Ed è un mistero la "Via Fantasma" che taglia in due la cittadina e che un tempo separava il quartiere cristiano da quello arabo. Secondo la leggenda, qui avvenne un terribile massacro ad opera delle truppe di Federico II contro i residenti islamici e per questo, per circa quattro secoli la gente testimoniò la presenza di spiriti, di ombre che urlavano nella notte e la presenza, soprattutto, del fantasma di un gigante saraceno che ululava! Nel XVI secolo, per mettere fine a questo orrore, un gesuita fece costruire al centro della via una chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, che guardava proprio la scalinata dove appariva il fantasma del saraceno. Ad oggi gli avvistamenti sembrano essere diminuiti, sebbene qualcuno affermi che a volte -nel giorno "dei Morti", il 2 novembre- "un macabro lamento tanto forte da sovrastare il coro di voci reali" si possa udire ancora oggi. Certamente la scalinata dei fantasmi è ancora lì e, nonostante ci si rida sopra, nessun turista ha il coraggio di salire quei gradini fino in cima.
Sambuca di Sicilia (district of Agrigento) is an amazing mystery. It
appears for the first time in the history of the island around 1185
when king William II gave to the church of Monreale the territory called Chabuta Seu Zabut, originally belonging to a muslim prince. The mystery starts already with the name: for some it comes from Zabut (name of the
prince itself), for others from alSabuqah (that is: far away), for others from Sambukie that is an ancient medieval war machine.And the mysteries continue with the ghosts living around in this little town, recently elected one of the Most Beautiful Villages of Italy. It
is a "ghost" itself the Arab village that emerges only in the summer from the
waters of the nearby lake Arancio, Mazzallakkhar Village, whose ruins
testify how the place had been used by the Arabs as a military
outpost for many years. In
the summer, when the lake's water level goes down due to the heat, those ancient
walls come to the surface and then disappear again after the first autumn rains. And it is a mystery the "Via Fantasma" (Ghost Street) that cuts the town into two and once separated the Christian area from the Muslim one. According
to the legend, there had been a terrible massacre of Islamic people there by Federico II's troops during one of his "crusades", and for this, for about four centuries, people
witnessed the presence of spirits and dark shadows shouting in the night and the presence, above all, of the ghost of a giant warrior who cried out loud! In
the 16th century, to put an end to this horror, a Jesuit priest built a
church dedicated to Our Lady of the Rosary in the middle part of the street,
facing the small staircase where the ghost of the Arab giant warrior appeared. To
date, sightings seem to have diminished, though somebody says that sometimes
- in the "Holy Souls" day, November 2 - "a lousy lament so strong to
overwhelm the chorus of real voices" can still be heard. Certainly
the ghosts staircase is still there, and despite many people don't believe it, no
one has ever found the courage to climb those stairs to the top, so far.
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