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Immerso nella natura stupenda dei monti Peloritani, nel punto in cui si fondono con i Nebrodi, Fondachelli Fantina è un comune sparso di appena 1000 abitanti, in provincia di Messina. In realtà non si tratta di un solo paese ma di una decina di villaggi che si sono federati formando una unica municipalità. La sede centrale del comune è a Rubino. Gli abitanti però vivono tra questo centro e Evangelisti, Chiesa, Figheri, Marcazzo, Pietragrossa e San Martino. Altri centri sono Fantina, Carnale, Giarra e Ruzzolino. Quello che accomuna tutti questi piccoli centri è la storia della loro nascita, e la lingua di mille anni fa che qui si parla ancora come nel Medioevo!
Fondachelli Fantina ha un nome misto, che deriva dall'arabo Funduq (magazzino, deposito) e il termine Fante che indica sia un cavallerizzo qualsiasi che un soldato di fanteria. Quindi è probabile che anticamente tra queste montagne sorgesse una stazione di cambio per cavalli, o una casa-magazzino per le merci dei commercianti a cavallo. Siamo in effetti in una zona di passaggio tra diversi borghi medievali (Novara di Sicilia, Francavilla, Fiumedinisi, Antillo... ) oggi quasi dimenticati ma all'epoca importanti cittadine fortificate! Colonizzato nel secolo XI dai cavalieri normanni giunti da Francia e Nord Italia, divenne feudo di nobili famiglie di Novara di Sicilia dal XIV al XIX secolo. Centro minerario per quasi due secoli, fu parte del comune di Novara fino alla sua indipendenza nel 1950.
Le bellezze da visitare a Fondachelli Fantina sono: i boschi e i noccioleti che avvolgono la valle e i sentieri di trekking mentre si sale verso Rocca Salvatesta, la montagna (1340 metri) che domina il paese. I panorami sono spettacolari in qualsiasi stagione. Tra i monumenti di cui i paesi della zona vanno fieri: la Cappella dei Patroni Angeli Custodi, la chiesa di Fantina dedicata alla Madonna della Provvidenza e la Tomba dei Garibaldini (dove riposano sette ex soldati di Garibaldi, i quali mentre tornavano dalle imprese furono uccisi qui come "disertori" dall'esercito borbonico, nel 1862).
A Fondachelli Fantina il dialetto non è "siciliano", ma Gallo Italico. L'origine franco-ligure dei primi abitanti ha lasciato qui questa forte traccia linguistica, trasmessa di padre in figlio e tutelata dall'isolamento delle montagne. Per questo gli abitanti sono detti anche "i Galli". È molto più facile che un torinese o un genovese comprenda la parlata dei fondachellesi piuttosto che un catanese o un palermitano! Un esempio di questa strana lingua nordica racchiusa nel cuore di Sicilia:
N dauv e ng-agnieu, punturiei d' la sai, avaiu arr'vea ô stiss vadan.
Chjù n saura s-aff'rmea u dauv,
mantr ch' d-agnieu s' mies assei cchjù n giusa.
Agliàuri cau furfänt, murdù dû sa grean ptit,
zz'rchiea na scusa p-acc'm'nterlu.
<<Un lupo ed un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso ruscello. Più in alto si fermò il lupo, molto più in basso si mise l'agnello. Allora quel furfante, spinto dalla sua sfrenata golosità, cercò un pretesto di litigio. >>
Chjù n saura s-aff'rmea u dauv,
mantr ch' d-agnieu s' mies assei cchjù n giusa.
Agliàuri cau furfänt, murdù dû sa grean ptit,
zz'rchiea na scusa p-acc'm'nterlu.
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