Situata quasi al centro della Sicilia, questa piccola città (63.000 abitanti) è stata a lungo capoluogo di provincia e oggi mira ad esserlo del nuovo distretto che si sta formando nel cuore dell'isola. Caltanissetta ha antichissime origini sicane, fu poi terra di conquista per greci, romani e infine gli arabi che la chiamarono Qu'alat anissa (il castello delle donne), un nome che non ha un senso ben preciso e che forse è stato riadattato sull'antico nome bizantino Nissa, che indicava solo la provincia di provenienza dei dominatori. In effetti ancora oggi gli abitanti si chiamano "nisseni".
Romanticismo del nome arabo a parte, tuttavia, Caltanissetta non è mai stata una città particolarmente conosciuta o famosa, eppure conserva una bellezza pura per la sua semplicità, ancora oggi intatta. Durante l'epoca medievale passò di famiglia feudale in famiglia feudale e sotto gli Aragonesi divenne un punto di controllo dei traffici (militari e commerciali) del centro Sicilia. Nel 1567 un forte terremoto devastò la città radendo al suolo l'antico castello arabo i cui resti furono usati per ottenere mattoni per la ricostruzione.
Nel 1718 a Caltanissetta scoppiò una rivolta antisavoiarda, come in molti altri centri siciliani. L'11 luglio di quell'anno le truppe sabaude di Vittorio Amedeo II Savoia attraversarono la città. Durante la battaglia ci furono 53 vittime tra i nisseni e 17 tra i soldati piemontesi.
Nonostante questi scontri, la città aderì all'Unità d'Italia proprio al regno dei Savoia nel 1860 e subito dopo conobbe un grande boom economico legato all'attività mineraria. Le miniere nissene hanno chiuso i battenti quasi tutte sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso. Durante la II Guerra Mondiale subì devastanti bombardamenti, prima di capitolare agli Alleati.
Oggi Caltanissetta è una cittadina tranquilla che vive di agricoltura e piccolo commercio, molti sono gli abitanti che hanno lasciato la città per emigrare fuori dall'Italia ma oggi la popolazione si sta riequilibrando con l'arrivo di immigrati dal Nord Africa. Le architetture cittadine (ammirabili grazie alla Isola Pedonale in centro storico) sono la cinquecentesca cattedrale di S.Maria La Nova (foto a destra), la chiesa di San Sebastiano (foto a sinistra) del 1711, le chiese di San Giovanni, Santa Maria Maggiore, Santa Croce. Il monumento a Cristo Redentore in cima al Monte San Giuliano. E i palazzi Testasecca, Benintende, Palazzo delle Poste, Palazzo del Carmine (1371), Palazzo Moncada e i resti del Castello Pietrarossa. Se andate a Caltanissetta NON MANCATE di visitare gli stabilmenti dell'Amaro Averna o le tantissime miniere storiche oggi divenute musei (contattando l'associazione www.amicidellaminiera.it ). A Caltanissetta nacque nel 1921 lo scrittore Leonardo Sciascia.
Situated almost in the center of Sicily, this small town (63,000 inhabitants) has long been a district capital and it still aims to be now, for the new district established in the heart of the island. Caltanissetta has ancient Sikane origins, it was later conquered by Greeks, Romans and then the Arabs who called it Qu'alat anissa (the castle of women), a name that does not have a precise meaning and that perhaps has been readjusted on the ancient Byzantine name Nissa, which only indicated the original province of the rulers. In fact, even today the inhabitants are called "nisseni".
Besides the romantic Arabic name, however, Caltanissetta has never been a city particularly known or famous, yet retains a pure beauty in its simplicity, still intact. During the medieval period it passed from feudal family to feudal family and during the Spaniards times it became a point of traffic control (both military and commercial) of central Sicily. In 1567 a major earthquake devastated the city destroying the old castle whose remains were used to obtain bricks for reconstruction.
In 1718 a rebellion broke out in Caltanissetta against the Savoy family, as in many other Sicilian towns. On July 11th of that year the Savoy troops of Vittorio Amedeo II marched through the city. During the battle there were 53 casualties among nisseni and 17 among the Piedmontese troops.
Despite these clashes, the town joined the Unification of Italy under the Savoy kingdom in 1860 and immediately experienced a great economic boom linked to mining. Almost all the nissene mines closed down in the late 1960s. During the Second World War the city suffered devastating bombing, before capitulating to the Allies.
Today Caltanissetta is a quiet town that lives on agriculture and small local trade, many are the people who have left the city to emigrate out of Italy but today the population is rebalancing with the arrival of immigrants from North Africa. The city architecture (admirable thanks to a Pedestrian Area in the Old Town) consists of the sixteenth-century cathedral of Santa Maria La Nova (pictured right), the church of San Sebastiano (pictured left) in 1711, the churches of San Giovanni, Santa Maria Maggiore, Santa Croce. The monument to Christ the Redeemer atop Mount San Giuliano. And the palaces....Testasecca, Benintende, the Post Office building, Palazzo del Carmine (1371), Palazzo Moncada, and the remains of the Castle Pietrarossa. If you go to Caltanissetta DO NOT MISS visiting the Averna liqueur factory or the many historic mines now become museums (contacting the Association Amici della Miniera at the link above --see Italian text). In Caltanissetta was born the writer Leonardo Sciascia in 1921.
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