Salvatore Giuliano nacque a Montelepre (Palermo) nel 1922. Il padre aveva fatto fortuna lavorando negli Stati Uniti e, tornando al paese, aveva acquistato dei terreni. Il ragazzo, fin da bambino, lavorò la terra insieme al padre, andando a scuola la sera o facendosi dare ripetizioni private dal parroco per continuare gli studi. La sua "carriera" come bandito cominciò un mattino di settembre del 1943 quando, in piena guerra, fu fermato dai carabinieri per via di un carico di alimenti presi al mercato nero. Giuliano fuggì alle perquisizioni uccidendo uno dei due militari.
Nascosto per alcuni mesi "alla macchia", si rifece vivo in paese quando seppe che i carabinieri volevano arrestare i suoi familiari per complicità nella sua fuga. Nel conflitto a fuoco morì un altro militare e per Giuliano non ci fu più alternativa: il crimine divenne la sua unica strada. Formata una banda con altri detenuti scappati dal carcere, seminarono il terrore nelle campagne siciliane compiendo rapine e sequestri di persona. Alla fine della II Guerra Mondiale, nel 1945, il neonato Movimento Indipendentista Siciliano affidò a lui e ai suoi uomini la fondazione dell'EVIS (esercito volontario per l'indipendenza siciliana), del quale fu subito "colonnello". Iniziò così la guerriglia contro le autorità e le forze dell'ordine. Abbandonato anche dal MIS, Giuliano continuò la sua personale battaglia per l'indipendenza della Sicilia e la sua possibile annessione agli Stati Uniti.
Si attribuisce a lui e ai suoi uomini la sparatoria che uccise 11 persone durante le manifestazioni di Portella della Ginestra, ma sono tanti i dubbi su questo fatto. Tesi recenti hanno ipotizzato che Giuliano fosse solo la mano armata di ben altri mandanti, tra cui lo stesso Stato italiano o i servizi segreti americani, preoccupati dall'avanzata del comunismo nel sud Italia.
Ancora più misteriose e contorte le cause della sua morte, avvenuta in modo violento dopo una sparatoria in casa di un avvocato di Castelvetrano (Trapani) il 5 luglio 1950. Tante le ipotesi, poche le certezze al punto che ad oggi si può ancora citare il titolo del giornale "L'Europeo" che allora scrisse in prima pagina: Di sicuro c'è solo che è morto!
Che fosse un criminale non c'è dubbio alcuno. Che fosse un mafioso, difficile dirlo con sicurezza. Che sia entrato nel mito negativo di un'isola che vive di drammaticità e che tutt'ora sente nel sangue una naturale avversione verso l'autorità e la legge è una certezza, considerando anche che Giuliano espresse in maniera brutale e certamente sbagliata la rabbia di una popolazione per troppo tempo colonizzata e sfruttata.
Salvatore Giuliano was born in Montelepre (Palermo) in 1922. His father had become rich by working in the United States, then returning to the home country and buying the land. As a child, he worked as a farmer with his father, going to school in the evening or learning private lessons from the village's priest in order to continue his studies. His "career" as a gunman began one morning in September 1943 when, during the World War 2, he was stopped by the Carabinieri police because he was taking food from the illegal "black market". Giuliano fled after killing one of the two soldiers.
Hidden for a few months "into the bush", he turned up again to his village when he heard that the police wanted to arrest his family members for complicity in his flight. In the firefight another policeman died and Giuliano had no other alternative: the crime became his only road! So he led a "band" of former prisoners and they spread terror in the Sicilian countryside doing robberies and kidnappings. At the end of World War II, in 1945, the Movement for the Independence of Sicily asked him and his men to found the EVIS (volunteer army for the independence of Sicily), of which Giuliano became immediately "Colonel". Thus began a guerrilla war against the authorities and the police. Abandoned even by the MIS, Giuliano continued his personal battle for the independence of Sicily and its possible annexation to the United States.
It is attributed to him and his men the shooting that killed 11 people during the protests of Portella della Ginestra, but there are many doubts about this fact. Recent thesis hypothesized that the bandit was only the "armed hand" of more important mandators, which could be the Italian State itself or the US Secret Service, worried by the advancing of communism in southern Italy.
Even more mysterious and twisted are the causes of his violent death by shooting, in the backyard of a lawyer of Castelvetrano (Trapani), on July 5, 1950. There are many hypotheses, few certainties to the point that today we can still quote the newspaper "The European" that titled : What is certain is only that he is dead!
Giuliano was a criminal, there is no doubt. Was he a mafia man? Hard to say with certainty. He has entered -that's for sure- the negative myth of an island that lives on drama and still feels in the blood a natural aversion to the authorities and the law. Giuliano expressed in a brutal and certainly wrong way the deep anger of a population for too long colonized and exploited.
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