giovedì 18 giugno 2015

Le tonnare - Tuna fishing


In Sicilia il tonno si è sempre pescato. Addirittura gli scritti dei greci come Omero riportano questo tipo di pesca sulle coste dell'isola. Ma la "tonnara" vera e propria, ovvero il metodo di pesca del tonno con la trappola delle reti e la "mattanza", furono introdotte dalla dominazione araba intorno all'anno 1000 (confermata dalle testimonianze di Idrisi) e poi perfezionate durante il Medioevo quando la pesca del tonno era l'attività più florida e ricercata del Mediterraneo, grazie alla quale posti come la Sicilia e la Spagna vantavano enormi ritorni economici. Gli Spagnoli, infatti, radicarono per sempre la pesca con la tonnara in Sicilia, al punto che si continua a svolgere ancora oggi.
Si può chiamare "tonnara" sia il complesso sistema di reti con il quale si catturano interi  banchi di tonni, sia gli edifici che -più tardi- sorsero lungo le coste siciliane e dentro i quali sorgeva un enorme stanzone che veniva allagato per indirizzarvi dentro i pesci, che rimanevano così prigionieri dei pescatori. In questi spazi, noti come "camera della morte" avveniva, e avviene ancora, la "mattanza", l'uccisione dei tonni.
E' uno spettacolo certamente crudele, ma anche carico di una grandiosità storica e culturale che è impossibile cancellare. 
La "mattanza" comincia in mare, dove squadre di pescatori cominciano a creare un lungo percorso di reti verso il quale spingono i tonni. I pesci, costretti da tutti i lati, finiscono per seguire l'unica strada libera che li porta verso lo spazio della camera della morte che poi verrà definitivamente chiuso. Una volta intrappolati, i tonni vengono catturati con calma, arpionati uno per uno, finché la vasca diventa un gigantesco lago di sangue. Tutte le operazioni sono gestite dal "raìs", il capo pescatore (dalla parola araba "rais", capo) con determinati ordini che vengono gridati come accadeva mille anni fa .... e che i pescatori eseguono rispondendo al loro capo con delle cantilene arabe che i siciliani chiamano "cialòme".
Oggi è sempre più raro vedere la "mattanza", sia per le proteste degli animalisti sia perché il numero dei tonni nel Mediterraneo è fortemente calato. Ma nel trapanese la tradizione resiste ancora, specialmente a Favignana, che ospita una delle più famose "mattanze" oggi esistenti. Le tonnare, intese come edifici, invece sono quasi tutte abbandonate e in rovina, perché ormai anche la pesca del tonno utilizza tecnologie moderne e più rapide.
Una curiosità: in italiano, il termine "mattanza" viene usato anche per gli omicidi o le stragi, proprio per sottolineare la crudeltà di certi delitti.

In Sicily, tuna fishing has been a long time tradition. Even the writings of the Greeks, as Homer, reported this type of fishing on the coast of the island. But the "tonnara" itself, that is the method of tuna fishing with trap nets and the "mattanza" (slaughter), were introduced by the Arabs around  year 1000 (confirmed by the testimonies of Idrisi) and then improved during the Middle Ages when tuna fishing was the most prosperous and sophisticated activity of the Mediterranean sea, thanks to which places such as Sicily and Spain had huge economic returns. The Spaniards, in fact, made the tuna fishing  in Sicily a permanent tradition, to the point that it continues today.
You can call "tonnara" both the complex system of networks with which they capture groups of tuna and the buildings that -later on- rose along the Sicilian coast. Inside them, there was a large room that was flooded so to direct the fish in there, and keep them prisoners of fishermen.  In these rooms, known as "death room", the "mattanza" of the tuna happened and still happens today. 
It is certainly a cruel show, but it is so full of historical and cultural grandeur that it's impossible to erase.
The "slaughter" of tuna begins in the sea, where teams of fishermen create a long path of networks and push the groups of tuna in it. The fish, forced by all sides, eventually follow the only path that leads them to the "death room" which then will be permanently closed. Once caught, the tuna are killed, harpooned one by one, until the place becomes a huge pool of blood. All fishing operations are managed by the "raìs", the chief fisherman (from the Arabic word "rais", the chief) with orders shouted exactly as they did a thousand years ago .... and that fishermen perform while answering  their leader with Arabic chants that  Sicilians call "cialòme".
Today it is rare to see the "mattanza", both for the protests of animal rights associations and because the number of tuna in the Mediterranean is strongly decreased. But in Trapani area, in western Sicily, the tradition still exists, especially in Favignana, which houses one of the most famous "mattanza" in existence today. The "tonnare", defined as buildings, however, are almost all abandoned and in ruin, today,  because now even the tuna fishing uses modern and faster technology.
A curiosity: in Italian, the word "mattanza" is also used for the human murders or massacres, in order to emphasize the cruelty of certain crimes.

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