Palermo, città di sole e caldo e siccità, ha imparato fin dai tempi antichi a far tesoro dell'acqua piovana e di quella che scorre sottoterra. Inizialmente la città aveva un sistema idrico basato sui pozzi freatici e sulle sorgenti che si diramavano dalle foci di due fiumi, il Kemonia e il Papireto. Poi vennero gli arabi... che dal 831 al 965 conquistarono tutta la Sicilia e fecero di Palermo la loro gloriosa capitale.
La città divenne una delle più note del mondo arabo di allora, con 300 moschee, palazzi nobiliari, mercati e usi e tradizioni medio orientali molto ben radicate. Tutt'oggi la città moderna ne porta le tracce, con il Qasr (castello), sito nella punta estrema della città vecchia, il quartiere della grande Moschea, la Kalsa (ossia l'eletta) sede degli emiri, la zona degli Schiavoni e infine a ponente il Moascher, il quartiere militare. Questa grande metropoli doveva sopravvivere a tutti i periodi difficili, inclusi quelli di siccità. Ecco come nacque allora l'idea di sfruttare l'acqua che scorreva sotto la città, grazie alla applicazione di un’antica tecnica arabo-persiana, cioè la costruzione di una fitta rete di canalizzazioni sotterranee dette i Qanat.
Si tratta di gallerie strette e lunghissime, scavate a mano nella roccia calcarea dai mastri muqanni, le quali, grazie a una leggera pendenza, permettevano all'acqua delle falde di scorrere verso edifici pubblici e privati. Attentamente studiata da abili menti matematiche arabe, la rete dei Qanat permette all'acqua di scorrere lentamente ma senza interruzione tanto da mantenere la temperatura fresca iniziale. Inoltre, grazie a sistemi di tubazione particolari, quest'acqua fresca si incanalava anche sotto i pavimenti e dentro le pareti creando un vero sistema di condizionamento ante litteram che manteneva le stanze fresche anche in piena estate!
I Qanat esistono ancora oggi e sono visitabili, seguendo alcuni percorsi guidati a piedi, per diversi chilometri.
Palermo, the city of sun and heat and drought, has learned from ancient times to treasure rainwater and the water that runs underground. Initially the city had a water system based on groundwater wells and springs that branched off from two rivers, the Kemonia and the Papireto. Then came the Arabs ... who between 831 and 965 conquered all of Sicily and made their glorious capital of Palermo.
The city became one of the most famous in the Arab world of the time, with 300 mosques, palaces, markets and customs and well established traditions of the Middle East. Today the modern city bears the traces, with the Qasr ("castle"), located in the tip of Old Town, the Great Mosque area, the Kalsa (ie "elected"), seat of the emirs, the area of the Schiavoni ("slaves") and finally to the west the Moascher, the military district. This great metropolis had to survive in difficult times, including drought days. Here's how it came to the idea of exploiting the water running under the city, thanks to the application of a Arab-Persian technique, namely the construction of a network of underground channels called the Qanats.
They consist of long and narrow tunnels -dug by hand in the limestone by masters muqanni- which, thanks to a slight slope, let the water flow towards public and private buildings. Carefully planned by skilled Arab mathematical minds, the Qanat allows water to flow slowly but continuously so to maintain the cool temperature of the spring. Moreover, thanks to special piping systems, this water was channeled under floors and behind the walls so to keep the houses cool even in summer, a real "primitive" air conditioning system !
The Qanat still exist today and can be visited by following guided tours on foot for several kilometers.
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